Sulla via Nomentana dopo corso Trieste, di fronte a Villa Torlonia, c’è Villa Paganini, un grazioso giardino pubblico realizzato da Raffaele De Vico nel 1934.
La denominazione Villa Paganini è riferita ad uno dei proprietari che ebbe la villa per pochi decenni senza lasciarvi tracce di rilievo, e non a Giulio Alberoni, cardinale italiano, plenipotenziario di Filippo V di Spagna, vero committente di una delle ville più interessanti del Settecento romano, villa Alberoni.
Villa Alberoni si estendeva lungo via Nomentana dal antico vicolo della Fontana all’attuale viale Gorizia. Anche il colle su cui sorge l’attuale sede della LUISS in via Pola (Villa Alberoni Luiss) faceva parte della villa. Il nome del cardinale è ricordato solo nel nume di una piccola stradina che collega viale Gorizia a via Pola, via Giulio Alberoni, appunto. Nel 1890 la villa, ormai in condizioni d’abbandono, è acquistata dal senatore Roberto Paganini. E proprio in quegli anni, sotto la pressione della crescente espansione edilizia della città, ha inizio la lottizzazione del parco, frazionato in una miriade di lotti per la costruzione di villini.
Quando gli eredi Paganini nel 1913 cedono la villa al conte Enrico Lutzow, la proprietà era già ridotta all’area dell’attuale parco pubblico, da via Nomentana al casino nobile. Nella descrizione dell’atto d’acquisto da parte del conte Lutzow, la villa appare sistemata secondo le tipologie del giardino all’inglese, con il laghetto rustico, uno chalet svizzero, roccaglie e aiuole. Nel parco si trova anche una serra per essenze vegetali esotiche, molti alberi d’alto fusto e grandi quantità di piante di qualità diverse. Nella villa in particolare c’è un giovane esemplare di sequoia americana (redwood).
l conte Lutzow amplia il casino nobile nel 1914, su progetto di Emilio Albertini, e vi abita fino al 1934, quando il Comune di Roma acquista la villa. Il casino nobile diviene una scuola, con accesso da largo di Villa Paganini. Nella ristrutturazione sono realizzati ben 48 vani, distruggendo così anche le ultime vestigia della residenza settecentesca.
Quando la villa è aperta al pubblico, l’assetto del parco è mantenuto. Raffaele De Vico, architetto del Servizio Giardini, si limita a ripristinare viali e laghetto, facendo demolire, in quanto fatiscenti, lo chalet e l’edificio delle scuderie, poste in prossimità dell’incrocio tra via delle Isole e vicolo della Fontana.
Oggi il parco comprende un laghetto rustico, un piccolo manufatto che conserva ancora una pregevole fontana composta da una nicchia rivestita di scogliere e sormontata da decorazioni graffite, una grotta, il casino nobile, ormai irriconoscibile e inglobato nel maestoso edificio novecentesco, adibito a scuola e alcuni padiglioni prefabbricati che ospitano un asilo Montessori.
Nel 1938, sul lato di via Nomentana, è collocato il monumento ai caduti nella I Guerra Mondiale del quartiere Nomentano, opera di Arnaldo Zocchi (1862-1940). Negli anni ’50, in una porzione interna del Parco, sono stati costruiti una serie di prefabbricati che ospitano scuole e locali di servizio.
A Villa Paganini, lungo via Nomentana c’è il monumento ai caduti dei quartieri Salario Trieste.
La villa è dal 2004 dotata di una nuova recinzione dopo che quella originale del 1934 era stata demolita nel 1938 nel corso della campagna per il “ferro alla patria”.
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Monumento ai Caduti dei Quartieri Salario Trieste
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