Oggi il parco di Villa Ada presenta condizioni e aspetti diversificati tra zona e zona.
Nella zona aperta al pubblico nel 1960 numerose manomissioni hanno compromesso l’aspetto ottocentesco della villa, con la creazione del lago e di viali e collegamenti impropri, che hanno depauperato il patrimonio vegetale.
Nella parte privata si alternano invece zone particolarmente curate, come il giardino all’italiana annesso alla ex Palazzina Reale, ad altre di estremo degrado, quali l’area già adibita a parcheggio riservato ai dipendenti dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto nei pressi delle Serre.
Le zone di più recente apertura al pubblico, lasciate in decennale abbandono dagli ex proprietari, hanno assunto negli anni un aspetto selvaggio e incolto, con essenze vegetali e arboree infestanti che proliferano accanto a monumentali pini e cedri.
Tra i pochi arredi del parco spicca per qualità architettonica il coffee-house settecentesco presso il Casino Pallavicini. L’edificio, meglio conosciuto come Tempio di Flora, testimonia il gusto imperiale tra la fine del Settecento e l’inizio del nuovo secolo. La sua tipologia, con pronao e facciata neoclassici, nasconde sul retro un corpo absidato, che riprende il motivo del colonnato, affacciato su un sottostante invaso ad anfiteatro con al centro una fontana in ghisa tardo-ottocentesca, frutto di un rimaneggiamento in chiave romantica del luogo.
Tra i più antichi edifici di servizio all’interno del parco appaiono, inoltre, particolarmente interessanti
- per la loro stessa architettura rurale, i casali denominati “Tribuna l” e Tribuna II”, posti lungo il muro di cinta a confine con la via Salaria,
- il fienile, adibito a centro ippico della società Cascianese,
- il casale detto “La Finanziera” sul colle omonimo (probabilmente del XVIII secolo), e infine
- il cosiddetto “casale delle Cavalle madri“, di più recente acquisizione, così denominato per la sua destinazione, in epoca Savoia, a ricovero per le cavalle in procinto di partorire, provenienti dalle scuderie del Quirinale.
Fonti: Relazione storico artistica
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