Villa Ada Savoia, come molte altre grandi ville di Roma, presenta un complesso sistema di stratificazioni e integrazioni di interventi architettonici e paesaggistici a partire dalla seconda metà del Settecento fino ai giorni nostri e comprende numerosi edifici di varia natura ed epoca e sistemazioni del parco che rivelano riferimenti a tipologie e gusti vari e diversificati.
Nonostante tutto però, si può affermare che il territorio di Villa Ada ha subito nei secoli interventi antropici modesti, conservando le caratteristiche di 10.000 anni fa, e può essere considerato un patrimonio storico-naturalistico molto rilevante per la città di Roma
Nel territorio dove oggi sorge Villa Ada sorgeva Antemnae, una città più antica di Roma, e qui passava l’antichissima strada del sale (che poi prenderà il nome di Salaria Vetus).
Il sottosuolo della villa è perforato da antiche cave romane utilizzate dai primi cristiani come catacombe: l’area di Villa Ada poggia letteralmente su una moltitudine di gallerie che si intersecano per molti chilometri su due livelli. Un lucernario delle Catacombe dei Giordani trova nel cortile della Palazzina Reale, inoltre, l’antico ingresso delle Catacombe di Priscilla si trova sul Monte delle Gioie, una altura al limite settentrionale della parte della villa su via Salaria. (Villa Ada dalla preistoria a metà Settecento)
Dopo il periodo romano le notizie scarseggiano fino al 1547, quando la Mappa della Campagna Romana di Eufrosino della Volpaia mostra, oltre a due casali sulle colline a nord dei monti Parioli, la presenza di colture, vigneti e ville, estesi sull’intera area dell’odierna Villa Ada, che risultava quindi divisa in varie tenute e con delimitazioni generali sostanzialmente coincidenti con quelle in età moderna.
Nel Seicento in una parte del territorio dell’attuale villa lungo via Salaria sorge la sede del Collegio Irlandese.
Ancora alla seconda metà del Settecento la vasta zona del parco sulla sinistra della via Salaria era frazionata in innumerevoli poderi e tenute, con vigne, boschi, seminativi e canneti, tra i quali emergevano casini nobili e giardini. Una serie di documenti d’archivio settecenteschi testimonia l’esistenza, lungo la via, di quattro distinti nuclei: la vigna Ximenes (già Rosa ex-vigna Lecci o Lecce), la vigna di Natale Saliceti, la vigna di Domenico Calzamiglia (già Cerroni) e quella Capocaccia, che vantava un “cocchio di lauro .. accosto il muro di strada”. Pur essendo definite “vigne”, esse in realtà assommavano i caratteri di centro produttivo a quelli di luogo di svago e rappresentanza.
Alla seconda metà del Settecento la vasta zona del parco sulla sinistra della via Salaria era frazionata in innumerevoli poderi e tenute, con vigne, boschi, seminativi e canneti, tra i quali emergevano casini nobili e giardini. Una serie di documenti d’archivio settecenteschi testimonia l’esistenza, lungo la via, di quattro distinti nuclei. Partendo da sud: la vigna Ximenes (già Rosa ex-vigna Lecci o Lecce, dove ora è via Panama), la vigna di Natale Saliceti (l’attuale Villa Helene), la vigna di Domenico Calzamiglia (già Cerroni) e quella Capocaccia. Pur essendo definite “vigne”, tali proprietà sommavano i caratteri di centro produttivo a quelli di luogo di svago e rappresentanza.
Le ultime tre vigne appena descritte sono acquistate dal principe Pallavicini che nel 1783, che realizza un casino nobile (il Casino Pallavicini) e, seguendo il gusto del giardino all’inglese da poco importato a Roma, crea un giardino con i schemi formali e geometrici del tradizionale giardino all’italiana intorno a piccole costruzioni. Il tutto immerso in un luogo dove la natura sembrava spontanea. (Villa Ada da metà Settecento e Villa Ada al 1869)
Passata alla metà del Ottocento ai principi Potenziani, nobile famiglia romana di origine sabina, la villa è acquistata nel 1872 da Vittorio Emanuele II di Savoia che, attratto da quella vasta tenuta che forse gli ricordava il natio Piemonte, ne fa la sua tenuta di caccia e verrebbe farne la residenza privata della casa reale.
Per adeguare la villa alle esigenze di una casa regnante, è realizzata la Palazzina reale, e altri edifici, sono acquistati alcuni terreni limitrofi (90 ettari) e sistemato il parco circostante.
Il paesaggista Emilio Richter, direttore delle Ville e Parchi Reali, dal 1874 trasforma la proprietà in un parco rustico all’inglese. Elementi determinanti di questa composizione sono l’alternarsi di avvallamenti del terreno, con boschi all’apparenza spontanei aperti su improvvise radure, come si evince anche dalla carta di Roma disegnata dal Genio Militare nel 1900 e dalla fotografia aerea scattata dal tenente Umberto Nistri nel 1919. In soli sei anni furono inoltre costruiti la Palazzina Reale, oggi sede dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto, in un’area già appartenente alla famiglia Barigioni, immediatamente a ovest della ex villa Pallavicini-Potenziani, edifici residenziali, scuderie, vennero restaurati antichi casali, contestualmente alla demolizione di numerosi edifici rustici, tra cui il casale Filonardi e la casetta nella vigna Jannoni. Le tenute rurali vennero quindi trasformate in un grandioso parco, popolato di piante esotiche e abbellito con piccole costruzioni quali lo Chalet svizzero e la Torre gotica. Inoltre il parco venne abbellito con piccole costruzioni quali, ad esempio, il piccolo edificio presso il vicolo dei Canneti realizzato su un preesistente ‘casino’, decorato a foggia di chàlet con esterni rivestiti in legno, al quale venne aggiunta una copertura a spioventi, in ardesia, e che venne utilizzato, in seguito, dalle principessine Mafalda e Giovanna Savoia come casa o chalet dei giochi (oggi compreso nell’area di proprietà dell’Ambasciata d’Egitto).
Alla morte di Vittorio Emanuele nel 1878, Umberto I, che trova la residenza troppo “campestre”, va ad abitare al Quirinale e la villa è svenduta per sole 513.000 lire al conte Telfener che la chiama con il nome della moglie, Ada. Qualcuno mormora che questa frettolosa vendita avesse a che fare con un presunto e mai provato coinvolgimento del re nello scandalo della Banca Romana in cui Telfner era coinvolto. (Villa Ada dal 1870 al 1899)
Alla morte di Re Umberto per mano di un anarchico a Monza nel 1900, il “re giovane”, Vittorio Emanuele III, spinto dalla bella sposa Elena di Montenegro vuole tornare ad abitare nella villa del nonno. Rientrata nelle proprietà dei Savoia nel 1904, la villa è vincolata a parco privato con il piano regolatore del 1931 ed è residenza ufficiale dei Savoia fino al 1946, anno della caduta della monarchia in cui il re e i suoi congiunti sono costretti a lasciare l’Italia. Celebre è l’episodio dell’arresto di Benito Mussolini, avvenuto nella villa il 25 luglio 1943, deciso dal maresciallo Badoglio. (Villa Ada dal 1900 al 1945)
Successivamente la villa passa allo Stato Italiano. Ma solo in parte, a causa del fatto che pochi giorni prima che entrasse in vigore la Costituzione Italiana (che requisiva, a favore dello nuovo Stato repubblicano i beni del re) Vittorio Emanuele II muore senza testamento, lasciando quindi alle figlie quattro quinti delle sue proprietà.
Nel 1957 c’è stata la definizione consensuale tra il demanio statale e gli stessi Savoia di quale parte sarebbe spettata all’erede al trono Umberto II e quindi confiscata da parte della Repubblica Italiana. Grazie a questo accordo una prima parte della villa (circa 60 ettari) è aperta al pubblico. Quando gli eredi Savoia cedono la loro parte a privati (nel 1961 e nel 1987) nascono timori di edificazione e il Comune avvia lunghe e complesse procedure che portano prima alla imposizione di vincoli da parte del Comune di Roma e infine all’esproprio e apertura di ulteriori 80 ettari della villa nel 1996. Restano in mano agli eredi delle figlie molti degli edifici della villa, come Villa Polissena, il Casino Pallavicini e la Palazzina Reale, che i Savoia, ancora in trono, avevano dato in concessione al governo egiziano in segno di riconoscenza per ospitalità ricevuta in Egitto dopo la fuga del 1943. La Palazzina è oggi di proprietà dell’Egitto e ne ospita l’Ambasciata (Villa Ada dal 1946 a oggi).
Pagine al livello inferiore:
Villa Ada dal 1870 al 1899
Villa Ada dal 1900 al 1945
Villa Ada dal 1946 a oggi
Giuseppe Telfener
Storia del parco di Villa Ada
Protetto: Testo del GAR
Pagina a livello superiore:
Pagine allo stesso livello:
- Ascolta Villa Ada
- Audio Villa Ada
- Cicuta a Villa Ada
- Collare dell’Annunziata
- Cronologia di Villa Ada
- Esplora Villa Ada sul tuo telefonino
- Fauna di Villa Ada
- Fermata Villa Savoia
- Flora di Villa Ada
- Laghi di Villa Ada Savoia
- Mappa altimetrica di Villa Savoia
- Percorsi per esplorare Villa Ada
- Villa Ada. Bibliografia
- Villa Ada. Progetti