Nel territorio di Villa Ada oggi ci sono tre piccoli laghi artificiali e un piccolo stagno.
- MAPPA della Zona Parioli 2 (Villa Ada e Monte Antenne)
I primi due laghi sono vicini tra di loro e facilmente raggiungibili dall’ingresso dei Cavalli, scendendo nella valle parallela a via Salaria, che scende tra il colle delle Cavalle Madri (a sinistra) e il colle della Finanziera (a destra). Il primo, più in alto, è chiamato lago superiore, il secondo, più in basso e circondato da basse siepi, è chiamato laghetto.
La valle in cui sono i due piccoli laghi è percorsa da viale Don Luigi Di Liegro e prende il nome di Valle delle Sughere. Attraversando un’area attrezzata per la ginnastica, scende verso la grande area pianeggiante delimitata a nord da Monte Antenne, che si apre a nord est verso il ponte sull’Aniene (dove è l’ingresso di via di Ponte Salario). Qui è stato realizzato il terzo lago della villa o lago inferiore molto più grande dei primi due.
Tutti e tre questi specchi d’acqua, che tutti conosciamo, sono stati creati recentemente.
Ma qualche sorpresa è ancora disponibile. In fondo all’area pianeggiante del lago inferiore, ai piedi del colle delle Cavalle Madri e completamente nascosto dal bosco, c’è una pozza d’acqua, detta lo Stagno dei cani o dell’Acqua Vergine.
Pochi sanno infine che nei secoli passati, nel territorio di Villa Ada, di laghi ne furono creati due, entrambi oggi scomparsi.
Il primo risale a fine Settecento, quando fu realizzato il Giardino di Villa Pallavicini. Per capire dove fosse basta entrare nel Tempio di Flora, affacciarsi alla porta-finestra centrale, sul cosiddetto teatro, e guardare verso destra. Lì c’è la strada che continua verso la Rotonda e l’ingresso di via Panama che corre sopra un vecchio ponte, oggi senza senso visto che sotto gli archi c’è terra e quindi nulla da scavalcare. Lì, dietro i teatro e sotto il ponte, c’era un lago con un piccolo emissario che portava l’acqua verso valle, attraversando il terreno dove oggi vediamo il Giardino segreto dietra la Palazzina Reale Savoia.
Il secondo lago scomparso era uno degli elementi voluti da Vittorio Emanuele II quando fu realizzata la sua grande tenuta di caccia: uno specchio d’acqua nel bosco, infatti, avrebbe attirato uccelli di passo e selvaggina. Questo lago fu realizzato nella stretta valle che scende verso nord, parallela alla valle che lascia, a destra, il colle delle Cavalle Madri, a sinistra, il colle della Vigna Vecchia e il colle del Roccolo. E’ quello che possiamo chiamare il lago fantasma del Re.
Al centro del lago era una statua in marmo bianco formata da un Nettuno che cercava di domare un cavallo marino agitato. Un monumento che – come si evince dai racconti pubblicati nel “Il Lampadario di Cristallo“ di Enrico d’Assia, figlio della Principessa Mafalda – fu poi trasferito a metà degli anni Venti nella fontana barocca di Villa Polissena. Dove è ancora oggi.
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