La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (BNCR) è in viale Castro Pretorio 105, nell’area del Castro Pretorio, l’unica area interna alle Mura Aureliane facente parte del territorio del Municipio II.
I compiti della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma sono:
- raccogliere e conservare la produzione editoriale italiana, insieme a quella di Firenze (BNCF),
- documentare la principale produzione estera ed in particolare quella dedicata al nostro paese,
- produrre servizi bibliografici nazionali,
- diffondere e rendere disponibile il proprio patrimonio.
Per ottemperare ai suoi fini istituzionali, la Biblioteca riceve dagli editori o dai responsabili delle pubblicazioni, una copia di tutto quello che viene pubblicato su tutto il territorio nazionale.
Raccoglie numerose opere rare, di valore o particolarmente significative. Il patrimonio della biblioteca, in particolare, comprende più di otto mila manoscritti, quattro milioni e mezzo di volumi a stampa (di cui duemila incunaboli e più di venticinque mila cinquecentine), e circa un milione e mezzo di opuscoli (volumi a stampa con meno di cinquanta pagine), dieci mila stampe e disegni, ventimila carte geografiche. Tra le opere più celebri qui conservate ricordiamo il manoscritto dei Vaticinia di Nostradamus.
La Biblioteca cura la pubblicazione del Bollettino delle Opere Moderne Straniere e ha curato la pubblicazione dell’Indice generale degli Incunaboli. Nel 1989 ha costituito il Centro nazionale per lo studio del manoscritto, che conserva oltre 100.000 microfilm di manoscritti posseduti dalle principali biblioteche italiane, pubbliche e private.
La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma nasce nel 1876 con il nome che mantiene tuttora Biblioteca Vittorio Emanuele II, nel palazzo cinquecentesco del Collegio Romano, sede dell’antica Bibliotheca Secreta o Bibliotheca Major dei Gesuiti, che costituisce il nucleo originario della nuova istituzione, cui si aggiungono subito i fondi, manoscritti e a stampa, di sessantanove biblioteche conventuali devolute al Regno d’Italia dopo la Legge delle Guarentigie e la soppressione delle corporazioni religiose di Roma, nel 1873.
Cento anni dopo la Biblioteca venne trasferita nella nuova sede, all’interno della zona archeologica del Castro Pretorio, fra la Città Universitaria e la Stazione Termini, realizzata su progetto degli architetti Massimo Castellazzi, Tullio Dell’Anese e Annibale Vitellozzi, tutti aderenti alla corrente del Movimento Moderno.
Inaugurato nel 1975, il nuovo complesso architettonico – realizzato in cemento armato, vetro e alluminio per una superficie di oltre 50.000 mq. – è articolato in quattro corpi:
- il deposito dei libri che si sviluppa su dieci piani;
- gli uffici, l’atrio e gli spazi per le mostre che occupano un edificio di cinque piani;
- la Sala Conferenze come struttura a sé stante;
- le sale di lettura su un piano unico, attraversato da un’ampia galleria centrale.
Il servizio, aperto al pubblico per tutti coloro che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, è gratuito e permette la consultazione e, per una parte del materiale, il prestito e la foto-riproduzione. Diversi sono i punti di distribuzione dei libri; le sale di lettura sono organizzate in aree tematiche; inoltre salette per incontri e seminari sono a disposizione del pubblico come pure una libreria, una caffetteria e i giardini interni. La Sala Mostre è in grado di ospitare ogni genere di manifestazione legata alla promozione e valorizzazione dei beni culturali. All’esterno un anfiteatro e un ampio parcheggio. Non ci sono barriere architettoniche.
Allo scopo di rendere accessibili i propri documenti ad un numero sempre più elevato di lettori, la Biblioteca ha dato avvio a diversi progetti di digitalizzazione anche in collaborazione con partner esterni (ad esempio Google Books).
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Sito istituzionale: www.bncrm.librari.beniculturali.it/