Prima pietra del complesso di piazza Verbano

Su un cantone del grande edificio di piazza Verbano 26, all’angolo tra via Topino e via Volsinio, c’è la prima pietra del quartiere di piazza Verbano con una bella epigrafe dell’INCIS, a due facce decorata da rilievi di quercia e alloro (mentre il fascio è stato puntigliosamente scartavetrato).

ALLA AUGUSTA PRESENZA DI / S. M. VITTORIO EMANUELE III / OGGI XXVIII FEBBRAIO MCMXXVI / L’ISTITUTO INIZIA / CON QUESTA PIETRA AUGURALE / LA SUA OPERA IN ROMA. / ISTITUTO NAZIONALI PER LE CASE DEGLI IMPIEGATI DELLO STATO, recita la lapide del 1926.

La posa della pietra si svolge in presenza del re in persona (allora il nome del quartiere è Savoia, in onore della vicina residenza reale di Villa Ada).

Nell’ambito del Piano Regolatore del 1909, l’Istituto Nazionale Case Impiegati Statali (poi denominato INCIS) ha affidato a Dario Barbieri l’incarico di trasformare il giardino di Villa Lancellotti in un quartiere che ospiterà impiegati statali con famiglie.

Il progettista inizia dall’illuminazione stradale e dal trasporto pubblico, con un tram che gira intorno alla rotonda centrale, tra gli scheletri degli edifici ancora in costruzione. Poi è il turno dei quattro palazzoni che fanno da cornice alla piazza, terminati intorno al 1931. Le decorazioni a intonaco sotto agli attici sono la firma di Barbieri sul nuovo quartiere.

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