Via Barnaba Oriani è il proseguimento di via Antonio Bertoloni e dalla sommità del Monticello scende verso l’Acqua Acetosa
Siamo su uno dei percorsi della Salaria Vetus che correva lungo i percorso di via Bertoloni e via Denza verso l’Acqua Acetosa. Questo tratto di Salaria si è chiamata poi vicolo dell’Imperiolo e Monticello era in nome con cui era chiamata questa piccola altura dei Parioli.
Per secoli, dal punto in cui oggi inizia via Barnaba Oriani, si entrava in una grande proprietà ecclesiastica, detta vigna Monticello, che si estendeva dall’antico vicolo dell’Imperiolo (l’attuale via Denza) al fondo valle dove oggi corre viale dei Parioli, e dopo un breve viale si apriva il casale della tenuta (sul luogo dove oggi sorge Villa Elvezia).
Via Barnaba Oriani è creata nel 1920, sulla base delle indicazioni del Piano Regolatore del 1909. In quel piano regolatore però, c’era scritto qualche cosa di più. In particolare, sui colli tra cui si insinua il nuovo viale dei Parioli sono previste due grandi piazze-belvedere. La prima, sul Monte San Filippo, è stata realizzata ed è quella che chiamiamo piazzale delle Muse. La seconda piazza-belvedere, invece, sarebbe dovuta sorgere sulla piccola altura a sinistra del viale, detta il Monticello, ma le ragioni economiche legate all’edificazione hanno prevalso. Nessun belvedere è stato fatto da questa parte e sono state tracciate via Oriani e via Frisi.
Siamo del quartiere degli scienziati: Barnaba Oriani (1752-1832), milanese, è stato un matematico e astronomo italiano. Ebbe un ruolo importante nell’osservatorio astronomico di Brera, con studi sulle orbite di Giove, di Saturno e anche di Urano, l’ultimo oggetto spaziale allora scoperto, che lui capì che era un pianeta del sistema solare. Per darvi un’idea di questi uomini dimenticati che ormai conosciamo solo come strade, aggiungo che Napoleone in persona, entrato con le sue truppe nel 1796 a Milano, volle conoscerlo di persona.
L’atmosfera che respiriamo è quella di una zona esclusiva, abitata da persone che considerano la privacy uno dei fattori fondamentali della qualità della vita. Su questi marciapiedi, si poteva incontrare Vittorio Cecchi Gori che d’inverno in pelliccia portava a spasso il cane oppure l’onorevole Claudio Lotito che va allo stadio a vedere la “sua” Lazio.
Guardando gli edifici sui due lati sembra di sfogliare un libro di architettura del Novecento. La via presenta palazzine e villini, spesso costruiti da architetti famosi, in cui il barocchetto romano, stile caratteristico degli edifici su via Antonio Bertoloni, lascia il posto al razionalismo. A proposito degli architetti che hanno progettato gli edifici lungo questo itinerario, bisogna fare una premessa dovuta: camminando lungo la strade non vedremo la parte più importante e impegnativa del loro lavoro, cioè lo studio e la realizzazione degli interni. In queste abitazioni infatti, gli appartamenti sono ampi, eleganti, ben studiati e realizzati in modo raffinato, spesso con l’impiego di materiali pregiati.
Gli alberelli che vediamo sui marciapiedi sono dei ligustri, arbusti caratteristici della macchia mediterranea. Sono presenti anche esemplari di lagerstroemia.
Lato sinistro della via
- al n. 3, sull’angolo con via Francesco Denza, una madonnina in smalto protegge l’ingresso del Villino Pasinati.
- al n. 5, il villino Santovetti, unifamiliare, con particolari linee di gronda e delle enormi grate aggiunte. La famiglia Santovetti (adesso il villino non è più loro) sono originari dei Castelli Romani e sono stati i fornitori di legname per migliaia di cantieri edilizi a Roma.
- al n. 11, l’Hotel degli Aranci, costruito negli anni ’90 ristrutturando villa Chiovenda 3, le cui stalle sulla strada sono diventate delle lussuose suite
- al n. 15 all’angolo con largo Elvezia, un villino unifamiliare in stile neo-medioevale, è il Villino Saffi,
- largo Elvezia, un piccolo slargo a sinistra della via con un spiazzo pedonale al centro.
- sulla via, le scuderie, poi autorimesse, di Villa Monticello, oggi trasformate in ambienti dell’ambasciata di Svizzera. La costruzione è sovrastata da un serbatoio che ricorda l’origine campestre di tutto l’edificio.
- al n. 63 l’ingresso attuale di Villa Monticello, segue il parco della villa
- via Paolo Frisi
- al n. 67, all’angolo con via Paolo Frisi, sorge un villino dalla tipica architettura razionalista: il villino Argenti del 1937 di Pietro Sforza,
- al n. 71-73 e al n. 79, vediamo due palazzine del 1938 di Elio Leoni dalle ripetute scansioni cilindriche che “citano” la Casa del Cannocchiale che vedremo più avanti,
- al n. 85, un villino plurifamiliare caratterizzato da uno stile barocchetto romano molto semplificato, con una sopraelevazione e l’aggiunta di un bow window sul fronte e di un corpo scala sul lato sinistro.
- ai n. 91-111 la palazzina detta Casa del Cannocchiale,
- al n. … l’ingresso di un villino plurifamiliare con ingresso arretrato
- al n. 115 sull’angolo con via Paolo Frisi, è Villa Marziale
- via Paolo Frisi
- alto sulla strada, il villino con ingresso in via Paolo Frisi 48 che si fa notare per le sue linea semplice e bianca.
- ai n. … , notiamo due villini plurifamiliari bianchi, simili tra loro. Entrambi con la facciata caratterizzata da balconi orizzontali, concava a seguire la curva, entrambe alte sulla strada su un basamento completamente coperto di rincosperma, costituito dai garage e dal piano degli gli ex appartamenti degli chauffeur. Il primo, il villino Mazzitelli, ha l’entrata in via Paolo Frisi 50;
- al n. 145 il portone del secondo villino. Dietro queste due villini, c’è il parco di Villa Monticello;
- al termine della via, all’angolo con via Francesco Denza, il Villino delle Palme, senza più una palma: sono tutte morte a causa del famigerato punteruolo rosso. Nel 1944, in questo villino, abitava l’amante del feldmaresciallo Kesselring;
- via Francesco Denza.
Lato destro della via
- al n. 2, sull’angolo con via Giuseppe Luigi Lagrange, una bella palazzina rivestita di travertino.
- al n. 6, una palazzina del 1935 dell’arch. Giovanni Albonetti con il filo della facciata non allineato alla strada per rispettare il pino, allora molto giovane
- al n. 8A, la palazzina dove abita Emi De Sica. Lì Vittorio De Sica ha abitato con la prima moglie Giuditta Rissone; Vittorio De Sica (1901-1974) attore, regista e sceneggiatore, figura preminente del cinema italiano e mondiale. È considerato uno dei padri del Neorealismo, e allo stesso tempo uno dei grandi registi e interpreti della Commedia all’italiana. Vincitore di quattro premi Oscar: nel 1946 con Sciuscià, nel 1948 con Ladri di biciclette, nel 1965 con Ieri, oggi, domani, nel 1972 con Il giardino dei Finzi-Contini.
- al n. 8B-10, una palazzina del 1936, progettata dall’ing. Cherubino Malpeli con i proprietari del terreno M.G. Theodoli e C. Ruggiero. Qui abitava Sandro Pallavicini, il creatore de La Settimana INCOM il cinegiornale che, prima dell’arrivo della televisione, informava settimanalmente gli italiani che andavano al cinema su quello che stava succedendo in Italia e nel mondo.
- al n. 16-18, villino Valle realizzato dall’arch. Mario Marchi del 1932. E’ il secondo costruito dall’architetto per la famiglia Valle dopo il Villino Valle all’angolo tra via Carissimi e via Paisiello,
- al n. 20 notiamo un villino rossiccio, elegante esempio di architettura razionalistica del 1936 dell’arch. Chiaraviglio
- al n. 22-24 il Villino Giacinti, del 1956, degli arch. Mario De Renzi e Roberto Nicolini. Qui abitava il pittore Amerigo Bartoli Natinguerra.
- via Gian Battista Brocchi, con le sue scalette che scendono a viale dei Parioli in corrispondenza del vecchio ristorante La Scala, un’antica panetteria in cui i ragazzi della vicina scuola Ippolito Nievo andavano a comprarsi la pizza
- al n. 24, il Villino Masutti, in cortina di mattoni e un corpo rossiccio aggettante sull’angolo
- al n. 26 e 28 due villini in stile rinascimentale. Il primo, al 26, è la sede del Consolato dell’Algeria, il secondo al n. 28 è il Villino Del Drago, unifamiliare, progettato nel 1931 dagli arch. F. Galassi e Mario Marchi oggi caratterizzato dal celeste delle pareti accostato al grigio del peperino.
- al n. 30 una bella costruzione arretrata rispetto al fronte degli altri edifici. E’ sede dell’Ambasciata della Repubblica di Corea, detto anche Villino Tupini o Villa de Martino (perché qui hanno abitato entrambi gli uomini politici),
- al n. 32, prima della traversina a destra, la villa di Attilio Biseo, ufficiale dell’Aeronautica, amico di Italo Balbo e trasvolatore atlantico.
- una piccola strada privata che dà accesso a palazzi con una splendida vista verso l’Acqua Acetosa, il Tevere e, in lontananza, il monte Soratte;
- al n. 34A, villino dell’avv. De Rienzi, con un vistoso ampliamento del 1949 di Sabino Staffa e E. Strada
- al n. 36, palazzina, del 1938 ca, di Marcello Partini, l’autore della palazzina in piazza Digione 1
- al n. 42 un villino che sembra immerso in un grande parco un muro di cinta l’edera cresciuta sulla recinzione crea una specie di portico verde, frutto di arte topiaria ormai in disuso, e,
- al n. 44, un cancello chiuso: è Villa Fiammingo
- al n. 60, un’elegante costruzione bianca. E’ la palazzina Narbone dove ha abitato per anni Giorgio Albertazzi.
- al n. ?? un edificio giallo che tecnicamente è un villino ma grande come una palazzina, grazie al grande dislivello del terreno costruito tra il lato su via Oriani e quello su via Frisi.
- via Paolo Frisi
- al n. 92 il Villino Ruta, unifamiliare, realizzato nel 1929 e decorato con affreschi e balaustre, oggi un bed & breakfast di alto livello: la Townhouse Suite Oriani
- al n. 94-100 Villino Gamma, un altro villino unifamiliare, di proprietà dell’Opus Dei (sul cancello è scritto Gamma), con affreschi e interessanti cancellate, inferriate e balaustre in ferro battuto
- al n. 114 una prestigiosa palazzina con una pianta a quadrifoglio e un ingresso imponente sulla strada. Nella parte retrostante si affaccia su via Francesco Denza e su piazza Euclide. Qui, tra altri personaggi noti, ha abitato Nanni Loy.
- via Francesco Denza
da sistemare
- villino in via Barnaba Oriani .., del 1935, di Ugo Gennari, costruito per la Soc. An. Rom. Immobili
- Villino Campilli, ??? via Barnaba Oriani …. del 1950 dell’ing. Arch. Clemente Busiri Vici ???
- L’on. Tambroni abitava in una villa a mezza costa (Villa Fiammingo??)
Pagine al livello inferiore:
Attilio Biseo
Villino Pasinati
Villino Saffi
Villino in via Barnaba Oriani 20
Villa Marziale
Villino Argenti
Palazzina Narbone
Casa del Cannocchiale
Villa Chiovenda
Pagina al livello superiore: NO
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