Le mappe di Roma realizzate nel Cinquecento mostrano come la zona che dalle pendici del Pincio giungeva fino alla strada oggi conosciuta con il nome di via del Babuino fosse ancora poco abitata. Le poche case erano circondate da orti privati, mentre sul colle spiccavano la chiesa della Trinità e villa Crescenzi (poi Medici).
Il primo ad occuparsi della strada che metteva in comunicazione piazza delle Trinità (piazza di Spagna) con piazza del Popolo fu papa Clemente VII Medici (1525), seguito da papa Paolo III Farnese (1540). Nonostante i lavori la strada, chiamata all’epoca via Paulina, è ancora semideserta e abitata da povera gente, tanto che il tratto prossimo a piazza del Popolo era chiamato Borghetto dei poveri.
Per popolare la strada e la zona circostante Paolo III punta sugli artisti e sugli artigiani stranieri e esenta dal pagamento della tassa sulla professione i forestieri che hanno avviato un’attività in via Paulina, così come sono esentati dal pagamento della tassa sulla proprietà gli stranieri che acquistano un immobile nella zona. Nasce così via Margutta.
L’idea di Paolo III ha evidentemente successo, infatti papa Sisto V (1585-1590), pochi anni dopo, elargisce le stesse agevolazioni per stranieri che scelgono di lavorare o vivere in via Sistina. Quando questi privilegi sono aboliti da Urbano VIII Barberini (1623-1644), scoppia il finimondo.
Testo tratto da un articolo di Marco Gradozzi, pubblicato su http://marcogradozzi.blogspot.co.uk/, che ringraziamo.
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