Mario Pioli ha 58 anni e da trenta gestisce la tintoria su via Bergamo 2, all’angolo con piazza Fiume.
“Prima c’era il laboratorio di rammendi delle mitiche sorelle Piermarini. Lo aprirono tra il ’50 e il ’60. Papà mi parlava di tutti i negozi della zona, compreso Lazzaretti da cui comprò la sua prima bicicletta a rate grazie al datore di lavoro. Il proprietario della merceria Molinari gli fece da garante. ”
Ma quali erano le attività storiche, quelle che davano un volto peculiare alla zona e che ora non esistono più? Mario le snocciola con piacere: “Il caffè Pannocchi dal 1927, “l’abbacchiaro” Fonzi, il ristorante Amedeo, dove papà fece il pranzo di nozze nel 1959, il liquorificio Ruosi, famoso per i suoi amari e Virginia la borsettara.
Prima, se cercavi un negozio di ricambi auto, un vetraio o un materassaio, sapevi dove trovarli. C’erano molti artigiani e ci si conosceva tutti. Il bar era il nostro luogo d’incontro. Ora c’è meno varietà, aprono continuamente attività legate al food”.
Ma quando sono cambiate le cose? Mario non ha dubbi: agli inizi degli anni ’80. “Molti proprietari di appartamenti – racconta – preferirono vendere quando il loro valore crebbe, e questo portò all’avvento degli uffici. Lì, il volto di piazza Fiume cambiò per sempre”.
Fonte: romah24.com – Piazza Fiume, snodo stradale del quartiere, di Antonio Tiso
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