Il Tinello Alberoni è lo splendido ninfeo dell’antica Villa Alberoni che oggi si trova nella sede della LUISS di via Pola. Il tinello, in generale, era una costruzione a pianta circolare e costituiva il fulcro dei giardini delle ville rinascimentali, come nei meravigliosi esempi di Villa Farnese a Caprarola e Villa d’Este a Tivoli.
Percorrendo la strada in salita che dal cancello su via Pola porta alla villa, sulla sinistra si apre il cosiddetto Tinello Alberoni: una grotta ricoperta da tartari e roccaglie, con dentro una fontana di chiara ispirazione barocca. E’ la riproduzione della celebre personificazione del fiume Nilo, una colossale scultura marmorea databile al I secolo d.C., attualmente collocata nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani.
Il tinello Alberoni ha la forma di una grotta, ricoperta da tartari e roccaglie, con una fontana, di chiara ispirazione barocca, che ospita al centro una colossale statua a carattere fluviale, personificazione del fiume Nilo. La statua che vediamo è la copia di un’opera romana del I secolo, forse da originale ellenistico, collocata nel Tempio di Iside e Serapide, ritrovata presso S. Maria sopra Minerva nel 1513, sotto il pontificato di papa Leone X, oggi conservato nei Musei Vaticani, presso la Collezione Chiaramonti. La statua del fiume Tevere, che gli faceva riscontro, si trova al Museo del Louvre. In realtà, anche la statua del Nilo era finita in Francia nel 1797 come bottino di guerra ma, a seguito della sconfitta di Waterloo del 1815, il Vaticano chiese e ottenne dalla Francia la restituzione di alcune opere d’arte che le truppe napoleoniche avevano trafugato a Roma come bottino di guerra e così anche il fiume Nilo tornò a Roma.
Il fiume, adagiato presso una sfinge e con grossa cornucopia, simbolo dell’abbondanza da lui arrecata, ha l’aspetto mite e dolce del benefattore che gode della sua opera e l’aspetto del classico Poseidone della statuaria greca. Sul suo corpo gigantesco si arrampicano 16 putti che scherzano fra loro e che probabilmente simboleggiano i cubiti (la misura di lunghezza più comune nell’antichità) della massima crescenza del fiume. Sul retro e ai lati della base, vi sono rilievi di scene comiche di vita nilotica: pigmei che combattono contro coccodrilli e ippopotami e ibis contro coccodrilli.
La particolarità del Ninfeo Alberoni risiede anche nelle sculture poste in alto sopra l’arco che sovrasta il bacile: due tritoni che suonano la conchiglia richiamando per Poseidone (il Nilo) la potenza delle acque. In questo si coglie un aspetto molto importante del giardino di delizia, proprio anche dell’arte ellenistica: la sua finalità di fruizione privata, non pubblica, e di un intrattenimento sofisticato.
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