Stabilimento Ittiogenico

Lo Stabilimento Ittiogenico è oggi un rudere di fronte alla Stazione Tiburtina in via Tiburtina 237.

A cinquanta metri in linea d’aria dall’ingresso della Stazione Tiburtina, oggi snodo ferroviario dell’Alta Velocità, si trova l’ex Stabilimento Ittiogenico della Capitale, un piccolo gioiello di archeologia industriale chiuso da tempo e oggi è diventato rifugio per senzatetto e discarica a cielo aperto.

Lo Stabilimento Ittiogenico era un organo pubblico, operativo e consultivo in materia di Biologia della Pesca nelle acque interne, che disponeva di un impianto sperimentale per l’allevamento ittico, situato nel cuore del tessuto urbano.

Lo stabilimento nasce nel 1895 nell’immobile di un antico saponificio, per iniziativa del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, come Stazione di Piscicoltura per disporre, a livello nazionale, di un ente tecnico-scientifico competente, delegato ai problemi connessi con la pesca nelle acque interne, alla salvaguardia di questo ambiente naturale, nonché allo sviluppo ed alla cura dell’acquacoltura italiana. L’ultima denominazione risale al 1921.

Dal 1895 al 1978 è stato alle dipendenze del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. Dal 1978 al 1995, della Regione Lazio. Dal 1995 dell’ARSIAL, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio.

La sua missione era quella di:

  • compiere studi e ricerche applicate alle problematiche della salvaguardia e tutela dell’ambiente acquatico, ai fini di tutelare e favorire la vita dei pesci, con recupero di specie in via di estinzione (es. la Trota Macrostigina del Lazio)
  • rivalorizzare e sviluppare la pesca nelle acque interne
  • fornire assistenza tecnica e consulenza specialistica a favore degli Enti Pubblici regionali e sub-regionali, degli operatori singoli ed associati, nel settore della pesca e dell’acquacoltura
  • svolgere attività didattiche, culturali e promozionali, educazione ambientale per il miglioramento delle conoscenze sull’ambiente acquatico e per la creazione di una coscienza ecologica nei giovani, attraverso visite guidate della struttura dotata di sala multimediale e di un museo specialistico. (Oltre 100.000 presenze registrate e documentate per le scuole della Capitale e del Lazio)

Nel 2007, lo stabilimento è stato completamente abbandonato, senza vigilanza e senza togliere le apparecchiature tecniche e scientifiche, né gli 800 volumi specialistici in materia, e i preziosi preparati museali (faticosamente recuperati e salvati dagli ultimi due funzionari in servizio e trasportati alla Sede dell’ARSIAL), lasciandolo al saccheggio di sbandati senzatetto che l’avevano eletto a dormitorio. I Laboratori con le apparecchiature scientifiche, si sono salvati, perché blindati. Soltanto dopo una Interpellanza Consiliare, l’ARSIAL ha predisposto un frettoloso trasloco, in cui purtroppo è andato perso o rovinato parte del materiale tecnico

Fonte:  Il testo è tratto da una testimonianza di Enrico Gelosi, l’ultimo direttore dello Stabilimento Ittiogenico

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