Entrando in città da Porta del Popolo nel rione Campo Marzio, sulla destra c’è Santa Maria del Popolo, una delle più importanti chiese di Roma per la sua storia e per i capolavori che racchiude.
Nel 1099 quale ex voto per la conquista del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Pasquale II ordinò la costruzione, a spese del popolo romano, di una cappella a piazza del Popolo, sulla tomba dei Domizi da dedicare a Maria. La tradizione vuole invece che il papa volle erigere la cappella per tenere lontani dalla porta Flaminia diavoli e streghe, cacciati dal papa stesso con un rito esorcistico collettivo, insieme con il fantasma di Nerone che qui aleggiava dal tempo della sua morte. Nel milleduecento Gregorio IX° trasformò la cappella in chiesa.
Il complesso religioso nel 1472 passò alla Congregazione Lombarda, che rielaborò la chiesa in stile lombardo. Non è noto il nome dell’architetto. Documentati i contributi di Donato Bramante per il rifacimento del coro absidato, della costruzione della Cappella Chigi su disegno di Raffaello, di Gian Lorenzo Bernini e di Carlo Fontana che ne fanno ancora oggi una delle più importanti opere del Rinascimento.
La pianta interna è a croce latina suddivisa in tre navate con volta a crociera. A sinistra la straordinaria Cappella Chigi, una delle più importanti opere architettoniche di Raffello in cui lo scrittore Dan Brown ha ambientato una delle scene di Angeli e Demoni.
Ma vale la pena percorrere la navata e affacciarsi sul transetto sinistro dove nella Cappella Cerasi sono due straordinari capolavori del grande Caravaggio: la conversione di San Paolo e il Martirio di San Pietro. Il grande pittore, giocando con una spazialità inedita, riuscì a dare respiro ai due quadri, costretti nell’angusto spazio della cappella. Trasgressivo e anticonformista come sempre, Caravaggio, nella Conversione di San Paolo, usa il cavallo come elemento dirompente del quadro e lascia in secondo piano la figura del Santo; mentre nel martirio di San Pietro la linea diagonale creata dalla disposizione della croce determina il forte coinvolgimento dello spettatore.
Oltre alle opere del Caravaggio, da vedere quelle di Annibale Carracci, di Andrea Bregno [1478], di Luigi Garzi, di Daniele Seiterdi, di G.M.Morandi, di Jacopo di Andrea, di Francesco da Sangallo, di Carlo Maratta, del Vecchietta. [1480], di Tiberio d’Assisi [1485-89] allievo del Pinturicchio e del Pinturicchio stesso [1489] di Luigi Capponi. [1497] di Guglielmo della Porta [1490] ,da Andrea Sansovino [1507], da Guillame de Marcillat (1509), di Agostino Masucci (1624), di Pieter Van Lint; [1638], di Raffaele Vanni. [1657], di Carlo Fontana (1682), di Giulio Mazzoni, di Bernardino Mei, di Antonio Raggi e da G.Antonio Mari.
A sinistra della porta laterale della chiesa, c’è uno strano monumento funebre il cui nome popolare è La morte in prigione“. Fu fatto realizzare dall’architetto Giambattista Gisleni (1600-1672), romano, e a quanto si evince dal lungo epitaffio, gran viaggiatore. Altro monumento funebre da non perdere, davanti al quale non troverete nessun turista, è la tomba di Teresa Pelzer.
Di fronte alla chiesa, dall’altra parte della porta, c’è la Caserma di Piazza del Popolo con la lapide a Targhini e Montanari gli ultimi patrioti condannati a morte dal papa.
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Tomba di Teresa Pelzer
Morte in Prigione
Cappella Chigi
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