Nel 1888, nell’ambito di una necessaria, auspicata ma tardiva Riforma sanitaria del nostro paese, dietro impulso del ministro Guido Baccelli (1830-1916) ebbe inizio a Roma la costruzione del Policlinico Umberto I, su progetto dell’architetto Giulio Podesti autore di altre importanti opere nella capitale; i lavori, durati a lungo a causa delle consuete difficoltà economiche dell’amministrazione comunale, si conclusero nel 1903 e il Policlinico venne solennemente inaugurato alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, il giovanissimo erede di Umberto I a cui l’ospedale era stato intitolato, della Regina madre Margherita di Savoia e di numerose personalità del mondo politico e accademico. (nota 1).
Al tempo, l’assistenza ai ricoverati nei diversi e attrezzatissimi nuovi padiglioni, come da tradizione della Roma papalina era affidata alle suore, le uniche ad avere ricevuto una base di preparazione per svolgere tale compito, ma che proprio per la loro particolare condizione presentava gravi limiti; parve dunque opportuno creare finalmente nella Capitale d’Italia una scuola modello per infermiere laiche, come era già avvenuto in Inghilterra.
Un primo tentativo in tal senso era stato compiuto da Anna Fraentzel Celli, moglie del malariologo Angelo Celli, che basandosi sulla propria esperienza, avendo già contribuito nel 1901 all’avvio di una “Scuola per l’assistenza agli infermi sotto l’alta direzione del prof. Angelo Celli”, al I Congresso delle Donne Italiane del 1908 era intervenuta su questo tema, ripreso poi in due articoli, per sostenere la necessità di una severa preparazione per la professione infermieristica (nota 2). A suo avviso, questo impiego era adatto alle donne in quanto dotate di pazienza, pietà e carità, ma richiedeva tuttavia una assoluta libertà da altri impegni e quindi non si addiceva alle suore “… perché essendo costrette dalle regole monastiche ad alzarsi prestissimo al mattino, a passare molto tempo in chiesa, a digiunare e a lavorare anche nelle ore di riposo, arrivavano troppo stanche al capezzale degli infermi ai quali si limitavano a distribuire il cibo e i medicinali lasciando il resto delle cure e dei servizi più umili al personale laico …”. Secondo lei non era neanche consigliabile alle donne con famiglia poiché gravate da troppi impegni: “Può – domandava – una donna che ha figli dare tutta la migliore parte di sé ai malati affidati alle sue cure? Può una donna ai suoi doveri di madre unire quelli di una buona infermiera?” (nota 3).
Al di là delle immancabili polemiche suscitate dalle affermazioni della Celli, il suo corso per infermiere pur essendo di ottimo livello non ebbe successo duraturo ma servì a dare seguito a una più fortunata iniziativa presa dalla principessa Emily Doria e dalla marchesa Maria Maraini Gonzaga, con il fondamentale sostegno delle due regine Margherita e di Elena di Savoia, per creare a Roma una Scuola-Convitto per infermiere.
La Scuola fu costruita all’interno del Policlinico Umberto I e il primo corso professionale si svolse nel 1910: il personale diplomato fu di grande aiuto alla Croce Rossa durante la prima guerra mondiale, ma nel tempo la Scuola incontrò gravi difficoltà economiche, che furono in parte risolte nel 1922 quando, eretta in Ente morale, ottenne gli aiuti governativi. In seguito la Scuola fu soppressa. (nota 4)
A viale Regina Margherita nel 1933 venne inaugurata un’altra eccellenza sanitaria: l’Istituto odontoiatrico infantile intitolato a George Eastman, il filantropo americano che l’aveva voluto e finanziato; Eastaman, industriale di grande successo, legò il suo nome alla fondazione di Cliniche in vari Paesi convinto che fosse “…la più saggia spesa che si possa mai fare”.
A Roma finanziò la costruzione nei pressi del Policlinico della Clinica Odontoiatrica infantile allo scopo “di fondare in Roma un centro dimostrativo in grado non solo di migliorare la dentatura di tutti i bambini poveri fino all’età di 16 anni…”, ma anche di provvedere alla preparazione professionale specialistica di medici e infermieri.
Il grandioso edificio fu progettato dall’architetto Arnaldo Foschini che per la sua realizzazione utilizzò materiali e vetrate di pregio, dotò l’istituto di attrezzature tecniche all’avanguardia e si avvalse per gli abbellimenti, gli arredi e le decorazioni dei diversi locali della collaborazione di numerosi artisti di talento: Duilio Cambellotti ebbe l’incarico di allestire la Sala del Consiglio, a Paolo Paschetto venne affidata la decorazione pittorica della Sala d’attesa dei bambini e a Nicolai, Vighi, Monteleone, Melandri altre opere plastiche, un bassorilievo in bronzo di Ermenegildo Luppi impreziosiva l’accesso all’Aula Magna, mentre Vittorio Grassi ebbe il compito di decorare la Cappella e Maria Biseo quello di abbellire le pareti del refettorio delle suore. Nel vestibolo, in cui erano state sistemate alcune gabbie con uccelli per divertire i bambini, figurava il busto di George Eastmann eseguito dalla scultrice Fausta Mengarini; nel 1933 in occasione della solenne inaugurazione del nuovo Istituto il pittore calabrese Andrea Alfano donò all’Istituto il ritratto che aveva fatto alla regina Elena di Savoia. (nota 5)
L’Istituto George Eastman, pur avendo perso nel tempo alcune delle sue parti artistiche più rilevanti, ancora oggi, come allora, costituisce una clinica specialistica all’avanguardia, non solo per l’infanzia, e anche la sede qualificata di corsi universitari di perfezionamento in odontoiatria per medici.
Giovanna Alatri
(nota 1) Cfr., Silvio Massinetti, Piero Bartolucci, Il Policlinico Umberto I di Roma nella Storia dello Stato unitario, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 2012
(nota 2) Cfr. Atti del I Congresso delle Donne Italiane, Roma 24-30 aprile 1908, Roma, Società Editrice Laziale, 1912
(nota 3) Cfr. Anna Celli, “Per la scuola infermiere”, Nuova Antologia, 1° ottobre 1908, p. 484; Anna Celli, “Scuola per signorine infermiere a Roma”, in Unione Femminile Nazionale, 1° luglio 1908; Piero Bertolini, “Per la Riforma dell’Assistenza Ospitaliera”, Nuova Antologia, 16 marzo 1916, pp., 208-235
(nota 4) Cfr., Elena Palazzo, Dorotea Snell e la Riforma dell’Assistenza Ospedaliera in Italia, Messina-Roma, Ediz. A-ELLE-D, 1959
(nota 5) Cfr., “L’Istituto G. Eastmann a Roma”, in Rassegna di Architettura, Milano, N. 6, 15 giugno 1933, pp. 260-266; N.d.R., “Istituto Superiore di Odontoiatria Giorgio Eastman”, in Architettura, Milano, Fasc. VI, Giugno 1933, pp. 337-356
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