Nel bicentenario della morte di Napoleone “i Racconti del Flâneur“ pubblica un ritratto “controcorrente” di Bonaparte scritto da, convinto pacifista: “Napoleone Bonaparte, la verità storica” con un contributo di Andrea Ventura sulla Roma Napoleonica.
L’immagine che Carlo da di Napoleone è decisamente negativa. Il suo libello trae spunto dalla famosa frase dell’ode “5 Maggio” di Manzoni :”ai posteri l’ardua sentenza” e la sentenza, dopo duecento anni, e alla luce di migliaia di pagine di ricerche e pubblicazioni, svolte da centinaia di studiosi in tutto il mondo, non è sempre assolutoria. In questo caso il lato oscuro di Napoleone evidenzia anche i gravi saccheggi perpetrati dalle truppe francesi in tutta Italia e a Roma in particolare.
Nel (ri)leggere l’ode il “5 Maggio”, con il suo ritmo incalzante, specie per chi (come molti soci di AMUSE) ha dovuto mandarla a memoria, non è possibile non accompagnare la recita con una celebre “colonna sonora”: la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Op. 55 “Eroica” di Ludwig van Beethoven. Ebbene, proprio la storia dell’ “Eroica” evidenzia le contraddizioni di Napoleone, che da incarnazione dei principi della rivoluzione francese si trasforma, agli occhi di Beethoven (e poi, con il tempo, a quelli moltissimi altri intellettuali artisti, politici e semplici cittadini), in un “tiranno”. Quando Beethoven scrisse questa sinfonia, sul manoscritto, in cima al frontespizio, compariva la dicitura “Bonaparte” e “Ludwig van Beethoven” in fondo. Ma non appena Beethoven ricevette la notizia che Bonaparte si era dichiarato Imperatore, esclamò in preda all’ira: “Quindi non è altro che un comune mortale! Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo, cederà alla sua ambizione; ora si crederà superiore a tutti gli uomini, diventerà un tiranno!”. Afferrò la parte superiore del frontespizio, lo strappò a metà e lo gettò a terra. La pagina dovette essere ricopiata, e fu solo allora che la sinfonia ricevette il titolo di “Sinfonia Eroica”.
Ebbene è proprio questa trasformazione che De Bac racconta, nel racconto “Napoleone Bonaparte, la verità storica”
Alla fine delle “nefandezze” napoleoniche, Andrea Ventura ha aggiunto una visione della “Roma Napoleonica” e di quanta parte dell’architettura e dell’arte di quel periodo si trovi proprio nel Municipio II. Queste innovazioni ambientali e architettoniche rivelano comunque lo spirito di servilismo che ha contraddistinto il comportamento della maggior parte degli italiani di allora nei confronti di Napoleone.
Leggi il racconto “Napoleone Bonaparte, la verità storica“ di Carlo De Bac.
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