Monti Parioli

Con il nome di Monti Parioli si intende oggi l’area collinare tra Valle Giulia, viale Tiziano, viale Maresciallo Pilsudski e piazza Euclide, una delle alture dei Parioli che si affacciano sulla valle del Tevere.

Nei secoli passati Monti Parioli era il toponimo con cui si indicavano tutte le alture prospicienti il Tevere, dalla via Flaminia alla via Salaria, da Porta del Popolo alla confluenza tra il Tevere e l’Aniene. Il plurale, Monti Parioli non Monte Parioli, deriva proprio dal fatto che l’area era costituita da numerose alture molto frastagliate (per esempio il Monticello, Monte San Filippo o il Saxum Mollaricum cioè il colle oggi chiamato Villa Glori).

Attualmente il toponimo Monti Parioli si riferisce a una zona più limitata, percorsa da via dei Monti Parioli e via Archimede e coronata, verso il Tevere e via Flaminia, dai pini di villa Balestra. Questa area era anticamente denominata mons Sancti Valentini (monte San Valentino), dalle catacombe di San Valentino, in viale Maresciallo Pilsudski, che lo perforano profondamente, fino all’Arco Oscuro a valle Giulia (vedi il Tartaro e le Grotte di viale Tiziano), e qui si estendevano le proprietà del papa Giulio III denominate la Vigna alta.

Oggi il nucleo più antico della zona è villa Balestra i cui pini formano oggi una dei più suggestivi giardini pubblici di Roma: il Giardino di Villa Balestra. Dal momento della sua edificazione è una delle aree più eleganti di Roma, caratterizzata da ville e appartamenti prestigiosi con una vista mozzafiato sulla cupola di San Pietro, la valle del Tevere e Monte Mario.

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Foresta pietrificata sui Monti Parioli

In una lettera del 1760 contenuta nel 3' tomo del libro "Nuove memorie per servire all'istoria letteraria", Tommaso Maria Gabrini, matematico che si interessa anche di questioni naturalistiche (nato Roma nel 1726), dice di aver scoperto, nella zona che va dall'Arco Oscuro alla fonte dell'Acqua Acetosa (cioè l'altura di Monti Parioli), "un' antichissima selva impietrita". ...