Piazza Pitagora è uno slargo di via Antonio Bertoloni, da dove si dipartono a sinistra via Antonio Stoppani e, a sinistra, via delle Tre Madonne, viale Bruno Buozzi e via Francesco Siacci verso piazza Euclide.
- MAPPA della Zona Pinciano 4 (da piazza Pitagora a piazza Euclide)
Piazza Pitagora fu realizzata nella metà degli anni Trenta del Novecento demolendo diversi edifici costruiti pochi anni prima (il Villino Carpegna per esempio) per creare un accesso al nuovo viale dei Martiri Fascisti, oggi viale Bruno Buozzi. Era Governatore di Roma, Giuseppe Bottai, un gerarca fascista illuminato, ministro dell’Educazione nazionale, che concepì l’Esposizione universale Roma (EUR) e volle una legge per la tutela del patrimonio artistico ancora in vigore, che ha lasciato nella storia della capitale un segno profondo.
- via Antonio Bertoloni, proveniente da via Pinciana
- Molto movimentata è la vita del lotto tra via Bertoloni e via delle Tre Madonne; vi sorgeva la villa della Maharani di Baroda in stile moresco (da confermare) che fu sostituita dalla scuola femminile Santa Elisabetta (all’angolo della piazza con via delle Tre Madonne) e da un villino (al n. 6, all’angolo con via Bertoloni) che ospitava il convitto delle ragazze della vicina scuola; per ovvi motivi economici, questo villino aveva dovuto lasciare il posto a una moderna palazzina che a sua volta è stata demolita per far posto alla nuova e lussuosa palazzina per uffici ed abitazioni che vediamo noi oggi; successivamente anche la scuola si è trasferita a via Appia Nuova e l’edificio è stato completamente ristrutturato e allargato per di ventare un lussuoso condominio;
- via delle Tre Madonne
- viale Bruno Buozzi
- via Francesco Siacci
- palazzo Giorgi Alberti; all’angolo con via Francesco Siacci, c’era un distributore di benzina Esso che riforniva le macchine del quartiere e che è stato sostituito da un elegante negozio; il “benzinaro” (come si diceva a Roma) Filippo fu sfrattato e costretto a trasferirsi in via Emilio de’ Cavalieri dove il suo distributore è ancora in servizio.
- via Antonio Bertoloni, verso via Barnaba Oriani
- tra via Bertoloni e via Stoppani ci sono alcune palazzine degli anni Sessanta. Quella all’angolo con via Stoppani è dell’arch. Renato Venturi, più avanti la sede di una associazione di categoria dei farmacisti la cui insegna è molto evidente all’attico.
- via Antonio Stoppani
- via Antonio Bertoloni, proveniente da via Pinciana
Per secoli qui c’era semplicemente un bivio e una osteria, la locanda delle Tre Madonne. Questo strano nome forse deriva da un edicola con tre immagini della Madonna che stava sul bivio. Mentre non vogliamo prestare attenzione a chi dice che questo nome deriva dalle tre signore che in questa locanda esercitavano il mestiere più antico del mondo. Qui il viandante poteva decidere se continuare dritto verso Porta Pinciana o scendere a destra lungo il vicolo delle Tre Madonne per entrare in città a Porta del Popolo.
Sia via Stoppani che via Antonelli e viale Buozzi sono strade tracciate con il piano regolatore del 1909, via Bertoloni invece corre sul tracciato di una strada antichissima: è la Salaria Vetus (antica) che da Porta Pinciana correva verso il clivus cucumeris, il colle dove oggi sorge villa Elvezia, per poi scendere all’Acqua Acetosa. Anche i primi metri di viale Buozzi corrono su una strada antica: il vicolo delle Tre Madonne che seguendo l’attuale via delle Tre Madonne, proseguiva lungo il muro di cinta di villa Borghese (l’attuale via Aldrovandi) verso il vicolo del Muro Torto.
Fino al 2000 la piazza era ingentilita da due elementi che ci costringevano ad alzare lo sguardo e guardare il cielo: al centro della piazza svettava un bellissimo pino e in alto, in cima al palazzo Giorgi Alberti, all’angolo tra via Francesco Siacci e via Antonio Bertoloni, un’altana faceva intravedere nelle sue aperture il cielo azzurro. Oggi non è più così. Una notte il pino è rovinosamente caduto a terra e oggi il suo sostituto è ancora piccolo per fare ombra e il proprietario dell’altana, nell’ansia di sfruttare tutto lo spazio disponibile, ci ha negato il piacere di vedere il cielo attraverso di essa, trasformandola in un banale superattico.
Ma altre due trasformazioni segnano il profondo cambiamento avvenuto in queste parti negli ultimi decenni. La scuola e il distributore infatti testimoniano la vita che pulsava in questa piazza dove oggi, tra uffici, studi, ambasciate e residenze signorili, non c’è più posto ne per distributori di benzina ne per bambini vocianti.
La piazza in oggetto è considerata di “grande viabilità”, corrispondentemente la sua manutenzione è responsabilità dell’Unità Manutenzione Strade di Roma Capitale.
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Palazzo Pitagora
Pino di piazza Pitagora
Villino Fraschetti
Istituto Sant’Elisabetta
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