Piazza Digione è una piazza del quartiere Parioli alla confluenza di ben cinque strade
- via Luigi Bellotti Bon (proveniente da via Tommaso Salvini)
- n.1 palazzina realizzata da M. Partini negli anni 1936-38
- via di villa San Filippo (proveniente da piazza Bligny e viale Romania)
- complesso dei Carabinieri
- via Castellini (proveniente da viale dei Parioli)
- via Porro (proveniente da piazza delle Muse)
- Al numero 2 un fabbricato condominiale in cui c’è sede dell’Ambasciata del Camerun presso la Santa Sede; sul portone c’è un augurio del padrone di casa: PAX INTRANTIBUS – SALUS EXEVNTIBUS – BENEDICTIO ABITANTIBUS (Pace a coloro che entrano, Buona salute a coloro che escono, Benedizione a coloro che vi abitano),
- via di Villa Emiliani
- via Luigi Bellotti Bon
Il nome di Digione è legato all’ennesima impresa di Garibaldi. Nella guerra franco-prussiana del 1870-71, la resa dell’intera armata francese del Reno all’esercito prussiano determinò la fine del Secondo impero e il ritorno della repubblica. Il 19 settembre 1870 (un giorno prima della breccia di Porta Pia) iniziò l’assedio di Parigi da parte dei tedeschi e le truppe francesi sopravvissute, unite alle forze frutto di una mobilitazione di massa, si impegnarono in una guerra per la difesa della nazione. Giuseppe Garibaldi, con i figli Ricciotti e Menotti, accorse con le sue truppe di volontari e registrò alcuni successi presso Digione dove si erano acquartierati, senza poter ribaltare l’esito di un conflitto ormai già segnato.
Bligny e Digione sono i nomi di due cittadine francesi non troppo distanti tra di loro. Ma anche di due battaglie svolte con onore dagli italiani sul confine franco-tedesco.
Digione è una città francese, tra Parigi e il confine con la Germania, a sud di Bligny e la storia della battaglia che qui si è svolta è interessante per noi italiani perché risponde a due interrogativi della nostra storia risorgimentale:
- perché l’Italia alla fine dell’estate 1870, dopo tanti tentennamenti, rimuove ogni indugio e muove le truppe per strappare Roma al papa?
- perché Garibaldi, nonostante le sue numerose battaglie caratterizzate dal grido “Roma o morte”, non compare affatto quel 20 settembre 1870 in cui fu scritto un importante capitolo della storia d’Italia? Dov’era finito?
Per rispondere alla prima domanda basta sapere che il 2 settembre 1870 (quindi diciotto giorni prima della Breccia di Porta Pia), nella battaglia di Sedan, l’armata francese è sconfitta dai prussiani, che, pochi giorni dopo, iniziano l’assedio di Parigi.
Il 4 settembre il Secondo Impero cade e la repubblica è ripristinata in Francia. Napoleone III, grande difensore dello Stato pontificio, è in fuga e grazie a questo cambio al vertice della Francia, il governo Italiano decide di prendere Roma. La storia ci racconta quello che è successo.
Ma Garibaldi non può perdersi questa occasione di dimostrare la sua amicizia verso la repubblica francese e, con i figli Ricciotti e Menotti e qualche migliaio di volontari, parte per il fronte.
I garibaldini registrarono alcuni successi presso Digione dove si erano acquartierati, senza però poter ribaltare l’esito di un conflitto ormai già segnato a favore della Prussia.
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