L’aspetto definitivo di Piazza del Popolo e l’introduzione del giardino pubblico del Pincio si deve ai quattro anni della dominazione napoleonica. Infatti si sentiva l’esigenza di una struttura cittadina per il passeggio e l’intrattenimento pubblico( vi erano a riguardo progetti del Valadier e del Sangiorgi).
Mentre si discutevano questi progetti l’amministrazione francese impiantatasi a Roma si preoccuparono di creare una zona a Roma di pubblico passeggio. Nella zona in cui era stato sequestrato il terreno che era dei frati Agostiniani di S.Maria del Popolo sul Pincio si voleva creare un giardino intitolato a Napoleone. Dopo varie vicissitudini si avviò la realizzazione del giardino. Nonostante l’intervento di vari progettisti l’impronta principale è data dal Valadier. La realizzazione finale risente del modello della parigina Place de la Concorde e di Piazza S.Pietro. La piazza è un luogo di accoglienza dei forestieri da convogliare verso piazza di Spagna accompagnato da uno scenario naturalistico. Il giardino doveva giungere fino alla parte orientale della riva tiberina ma l’insufficienza dei mezzi papali non consentì ciò.
La sistemazione della piazza non piaceva a tutti per la presenza di costruzioni angolari paragonate a caserme. Il progettista aveva dovuto inserire la piazza nella struttura del giardino senza sacrificare nè l’uno né l’altra. Lo aveva fatto fondandosi su due edifici di testata per ogni emiciclo, comprendendo fra i quattro anche la chiesa del Popolo la cui cupola, corrispondente alla cappella Cybo, venne riprodotta sulla caserma antistante (Caserma di piazza del Popolo). Non era inoltre facile sistemare la chiesa preesistente e messa di sghembo: cosi la testata del Corso venne fatta corrispondere la foggia trapezoidale del piazzale di fronte alla porta; quest’ultima celebrante l’arrivo di Maria Cristina di Svezia. Si creò anche, in occasione dei lavori del Valadier, il collegamento con il piazzaletto della Trinità dei Monti. Esso fu rappresentato da rampe. La fontana centrale venne dislocata altrove (oggi è a piazza Nicosia), e la base dell’obelisco ottenne la scorta dei quattro leoni dai quali fluiscono getti d’acqua.
La sistemazione della piazza è stata realizzata dal 1818 al 1824 da Giuseppe Valadier dopo un iter progettuale che, iniziato ancora sotto Pio VI nel 1792, si protrarrà fino al 1834. Per la definizione dell’andamento semicircolare dei due lati della piazza era stato decisivo l’intervento dell’architetto Berthault inviato da Parigi nel 1813. Da una parte il Pincio con la monumentale rampa e dall’altro, verso il Tevere, un secondo emiciclo a fontana con un doppio filare di cipressi che facevano da quinta scura che definiva l’invaso su questo lato e richiamava, anche se in forma ridotta, la disposizione arborea dell’antistante salita al giardino pubblico del Pincio. La successiva urbanizzazione dei Prati di Castello si ripercosse anche su questo fondale che venne aperto al centro per mostrare, dal Pincio, l’asse di collegamento del nuovo quartiere al di là del fiume, il rione Prati con Piazza del Popolo.
La sistemazione dell’esedra occidentale è del 1850.
In rete: https://www.romaierioggi.it/piazza-del-popolo-1850-6-foto/,
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