Villa Paganini acquistata dal Comune nel 1931, è quanto resta del parco della settecentesca villa Alberoni del cardinale Giulio Alberoni che da via Nomentana occupava una vasta area fino al Fosso di Sant’Agnese, dal vicolo della Fontana fino a, approssimativamente, l’attuale viale Gorizia. Nel 1890, quando era già iniziata la lottizzazione del grande parco, il senatore Roberto Paganini, acquista parte della villa e nasce Villa Paganini.
Intorno al 1900 la parte nord ovest di Villa Paganini è venduta, destinata a villini e lottizzata. La costruzione è dell’area è gestita dalla Cooperativa Case ed Alloggi per Impiegati, società anonima a capitale illimitato, fondata nel 1902, e dal 1906, in virtù di una speciale convenzione con il Comune, la Cooperativa avvia la realizzazione di villini nel “quartiere Caprera” (allora così chiamato dal nome della piazza circolare al centro dell’area, piazza Caprera).
Dopo la progettazione di Ettore Sacconi, Venuto Venuti e Stefano Gentiloni Silverj, nell’arco di un lustro sono costruite circa settanta abitazioni, formando un nucleo residenziale a misura d’uomo. Le foto d’epoca ci fanno capire come all’origine il quartiere sembrasse quasi un luogo di villeggiatura. Molto presto, pochi anni dopo la costruzione originaria, quasi tutti hanno subito trasformazioni e ampliamenti. Molti villini inoltre, gli anni Sessanta e Settanta, sono andati demoliti e sostituiti da altri di maggiori dimensioni o palazzine ma, nonostante tutto, via delle Alpi, via degli Appennini, via dei Colli, via dei Laghi, via delle Isole, con le loro casette a schiera e i loro villini circondati da giardini, sono oggi un indirizzo molto ambito.
Quanto a piazza Caprera, essa era stata pianificata nel 1907 dall’ingegnere Gustavo Giovannoni, autore anche dei due “edifici sociali” destinati a “abitazioni, albergo per gli impiegati scapoli, botteghe, magazzini” che ne occuparono un lato, ad angolo con via delle Alpi. Giovannoni aveva previsto la costruzione al centro della piazza di una fontana; per quasi un secolo la piazza è rimasta vuota conservando tutto il suo fascino rétro; in tempi recenti è stata costruita una fontana, circolare così come la voleva Giovannoni ma adornata da modernissime statue di naiadi stilizzate.
Al di là di viale Gorizia, verso via Gradisca, il quartiere ha una fisionomia più composita: nel corso degli anni Venti vi si costruiscono villini, palazzine e grandi fabbricati. Villini signorili, di stile eclettico, per lo più ispirati a modelli cinquecenteschi, si affacciano su via Nomentana. Alcuni risalgono alla fine dell’800 e ai primi anni del ‘900. L’espansione urbana infatti è cominciata dalla via consolare per poi investire, e solo in un secondo tempo, le circostanti.
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