Le Mura Aureliane sono le mura che ancora circondano il centro di Roma e, per un lungo tratto da via Tiburtina al Tevere, segnano il confine del Municipio II con il Centro Storico (Municipio I) e, in particolare, delle seguenti Zone Roma2pass (elencate in ordine orario):
- MAPPA della Zona Tiburtino 1 (quartiere San Lorenzo)
- MAPPA della Zona Nomentano 2 (Castro Pretorio Policlinico Città Universitaria)
- MAPPA della Zona Nomentano 1 (lungo via Nomentana)
- MAPPA della Zona Salario 1 (da corso d’Italia a Villa Albani)
- MAPPA della Zona Salario 1 (da corso d’Italia a Villa Albani)
- MAPPA della Zona Pinciano 1 (da via Salaria a via Pinciana)
- MAPPA della Zona Pinciano 2 (Villa Borghese e Pincio)
- MAPPA della Zona Flaminio 1 (da Porta del Popolo a Belle Arti)
Le Mura di Roma sono il monumento più imponente della città, ma quasi nessuno ci fa caso. Eppure Roma è una delle poche grandi città del mondo che conserva ancora, praticamente intatta la cinta delle sue mura, vecchie di diciotto secoli.
Tutte le mura di difesa delle città sono state distrutte tra fine Ottocento e inizio Novecento, in tutto il mondo. Le ragioni di una simile devastazione sono molteplici, da uno sciocco concetto di “modernizzazione” alla “salubrità”, dalla mera speculazione edilizia al bisogno di dare lavoro ai disoccupati. Fatto sta che quasi tutte le grandi città non hanno più questi “confini” che individuavano la città vecchia.
Solo Nanchino, in Cina, ha mura più possenti e lunghe di quelle romane. Realizzate sotto i Ming tra il 1366 ed il 1393, costituivano un possente circuito di difesa, con mura esterne per 60 km, oggi completamente distrutte, mura interne lunghe 35 km (dei quali rimangono 22 km), le mura Imperiali, che proteggevano la città proibita, e infine le mura del palazzo del sovrano.
Le altre mura dell’antichità ancora in parte presenti sono quelle di Istanbul. Quelle di Costantino, realizzate tra il 324 e il 336, e poi quelle di Teodosio che le hanno sostituite. Costruite tra 391 d.C. ed il 439 d.C. sono famose per il sistema di protezione a doppia cinta per una lunghezza di 6,5 Km.
Nel III secolo d.C. Roma era una città senza mura. La sua estensione era notevolmente cresciuta rispetto al perimetro delle Mura Serviane ma nessuno, fino ad allora aveva sentito il bisogno di difendere la città, circondata e protetta dal suo vasto impero. Ma i tempi erano cambiati e l’imperatore Aureliano, che era riuscito a riunire l’impero in via di disgregazione e sedare diverse rivolte intestine, dopo la sconfitta di Piacenza (che aveva rischiato la discesa dei Goti vincitori verso l’Urbe), decide che la città ha bisogno di una nuova cinta di mura e la realizza in soli cinque anni (dal 271 al 275). Aureliano non vive abbastanza per vedere ultimata l’opera, poiché morirà pochi mesi prima che fosse completata.
La nuova cinta muraria corrisponde approssimativamente con il limite daziario di Marco Aurelio e Commodo ma, poiché doveva essere pronta in poco tempo, fu costruita utilizzando grandi edifici già presenti sul territorio. Quando un edificio, civile o militare, si trovava lungo il suo percorso, gli architetti di Aureliano non lo smantellarono non modificavano la direzione progettata: più semplicemente utilizzavano la struttura esistente inglobandola nella nuova struttura difensiva. Un esempio di tale modo di procedere lo abbiamo al Castro Pretorio e al Muro Torto, dove le mura sono imprendibili in quanto sfruttano la parete tufacea del Pincio.
Le mura erano di mattoni e sono queste le mura che oggi ancora vediamo, rivelatesi assai più robuste di quanto qualsiasi antico architetto avrebbe mai potuto immaginare, visto che per diciassette travagliati secoli, le catapulte, i cannoni, le bombe e persino i terremoti non sono stati in grado di raderle al suolo.
La nuova cinta di mura era lunga 19 chilometri ed aveva 14 porte principali e numerose e molte di minore importanza e dimensioni (posterulae). Le porte più importanti erano in blocchi di travertino e marmo e avevano un accesso a doppio fornice per i due sensi di marcia, ma nell’età di Arcadio e Onorio (intorno al 400 d.c.), per ragioni di sicurezza, sono trasformate a un solo fornice.
Nel III secolo d.C. Roma era una città senza mura. La sua estensione era notevolmente cresciuta rispetto al perimetro delle Mura Serviane ma nessuno, fino ad allora aveva sentito il bisogno di difendere la città, circondata e protetta dal suo vasto impero. Ma i tempi erano cambiati e l’imperatore Aureliano, che era riuscito a riunire l’impero in via di disgregazione e sedare diverse rivolte intestine, dopo la sconfitta di Piacenza (che aveva rischiato la discesa dei Goti vincitori verso l’Urbe), decide che la città ha bisogno di una nuova cinta di mura e la realizza in soli cinque anni (dal 271 al 275).
Aureliano non vive abbastanza per vedere ultimata l’opera, poiché morirà pochi mesi prima che fosse completata.
La nuova cinta muraria corrisponde approssimativamente con il limite daziario di Marco Aurelio e Commodo ma, poiché doveva essere pronta in poco tempo, fu costruita utilizzando grandi edifici già presenti sul territorio. Quando un edificio, civile o militare, si trovava lungo il suo percorso, gli architetti di Aureliano non lo smantellarono non modificavano la direzione progettata: più semplicemente utilizzavano la struttura esistente inglobandola nella nuova struttura difensiva. Un esempio di tale modo di procedere lo abbiamo al Castro Pretorio e al Muro Torto, dove le mura sono imprendibili in quanto sfruttano la parete tufacea del Pincio.
Le mura erano di mattoni e sono queste le mura che oggi ancora vediamo, rivelatesi assai più robuste di quanto qualsiasi antico architetto avrebbe mai potuto immaginare, visto che per diciassette travagliati secoli, le catapulte, i cannoni, le bombe e persino i terremoti non sono stati in grado di raderle al suolo.
La nuova cinta di mura era lunga 19 chilometri ed aveva 14 porte principali e numerose e molte di minore importanza e dimensioni (posterulae). Le porte più importanti erano in blocchi di travertino e marmo e avevano un accesso a doppio fornice per i due sensi di marcia, ma nell’età di Arcadio e Onorio (intorno al 400 d.c.), per ragioni di sicurezza, sono trasformate a un solo fornice.
Nel tratto delle Mura Aureliane che segnano il confine del Municipio II, sono rimaste al loro posto solo due porte del circuito originario, Porta del Popolo e Porta Pinciana. Porta Salaria è stata demolita. La Posterula Nomentana è stata murata e sostituita con Porta Pia. Porta Tiburtina è oggi solo un monumento a se stessa, recintata e non praticabile, sostituita da una semplice apertura nelle mura qualche decina di metri più in là .
Il camminamento sulle mura è quasi sempre scoperto con merli ad intervalli regolari. Ogni trenta metri si trova una torre a forma quadrata con quattro finestre in cui erano poste macchine da guerra per il lancio di frecce (baliste) o pietre (onagri). Nel corso dei secoli, le Mura Aureliane sono restaurate numerose volte come testimoniano la diversa trama dei mattoni e delle pietre, alcune targhe, e i molti stemmi dei papi regnanti.
All’esterno della cinta muraria correva uno stradello chiamato via delle Mura.
Pagine al livello inferiore:
Assedio di Roma degli Ostrogoti
Aureliano
Busto di Belisario
Camminamento di Via Campania
Fontanella Ludovisia
Mura Aureliane Approfondimento
Scuola d’Arte Educatrice
Via delle Mura
Walls di Andrea Jemolo
Pagina genitore:
Pagine allo stesso livello:
- Mura dei Papi
- Mura Serviane
- Quartiere della Vittoria
- RIONE BORGO
- RIONE CAMPO MARZO
- RIONE CASTRO PRETORIO
- RIONE COLONNA
- RIONE ESQUILINO
- RIONE LUDOVISI
- RIONE MONTI
- RIONE PIGNA
- RIONE PONTE
- RIONE PRATI
- Rione Sallustiano
- RIONE TESTACCIO
- RIONE TREVI
- RIONE TTASTEVERE
- RIONI DI ROMA
- SETTE COLLI
Altre pagine correlate:
Nei dintorni: (clicca su MAPPA per vedere i Punti di Interesse)
In rete:
- roma.andreapollett.com,
- www.arapacis.it,
- www.youtube.com/watch?v=nUYtuPJnGZs&fbclid=IwAR3nqAAzOjCFtEyvg8C2DxL3vJ4tVAI4BoNPqQYlEFqQv3gFsildj87FvQU,
- https://www.capitolivm.it/architettura-romana/monumento-piu-grande-roma-mura-aureliane/