A Bruno Zevi è dedicata la scalinata a Valle Giulia davanti alla GNAM (Scalea Bruno Zevi), dove Luciano Salce gira la famosa scena cinematografica della “La corazzata Potemkin” inserita nel primo film di Fantozzi.
Bruno Zevi (Roma 1918-2000), architetto, critico e storico dell’architettura italiano, nasce in una delle più antiche famiglie ebree della capitale. In tutta la sua vita esercita un’intensa attività teorica e didattica, distinguendosi per il costante impegno politico e sociale. E’ considerato uno degli «agitatori culturale» che caratterizzarono l’ambiente romano negli anni dell’immediato dopoguerra.
Si laurea in architettura alla Harvard University con W. Gropius. Tornato in Italia nel 1943, partecipa alla Resistenza. In ambito universitario ha la cattedra a Venezia.
Nel 1950 usci la sua “Storia dell’architettura moderna” che costituisce la prima sistematica lettura dell’esperienza del Movimento Moderno pubblicata in Italia. Filo conduttore di queste iniziative è un programma di revisione dell’eredità funzionalista e un suo adeguamento alle esigenze della nuova società uscita dalla guerra.
Segretario generale (dal 1952) dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, propone (1959) la costituzione dell’Istituto Nazionale di Architettura. Il suo impegno in politica e in favore della causa ebraica fu sempre costante. Bruno Zevi è stato Accademico di San Luca.
Tra le sue opere nel Municipio II: la palazzina in via Giuseppe Pisanelli 1, con Silvio Radiconcini, e il villino via dei Monti Parioli 15, con Silvio Radiconcini e Luigi Piccinato
Il suo onore, dopo la sua morte, è stata costituita la Fondazione Bruno Zevi.
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Bibliografia essenziale: “Guida all'architettura moderna. Roma. 1909-2000”, di Tullio Ostilio Rossi