Film “Guardie e ladri”

“Guardie e ladri” è un film del 1951 di Mario Monicelli e Steno (Stefano Vanzina). Fotografia Mario Bava. Con Aldo Fabrizi, Totò, Ave Ninchi, Pina Piovani, Rossana Podestà, Ernesto Almirante, Aldo Giuffrè.

Il film, che s’innestava nella corrente neorealista, è una delle opere più importanti nate dalla collaborazione artistica tra i registi Monicelli e Steno nonché uno dei migliori di Totò, la cui interpretazione è ancora oggi riconosciuta come una delle sue interpretazioni più apprezzate.

[…] La sceneggiatura, ambientata a Roma durante il secondo dopoguerra, vede come protagonista Ferdinando Esposito, un ladruncolo sfuggito a una guardia e che questi deve ricatturare, pena la perdita del posto. Dopo inseguimenti vari, i due finiscono per divenire amici, scoprendo di avere molti problemi che li accomunano, nonostante la totale discordanza dei ruoli. Distribuito nelle sale italiane nel novembre del 1951 e presentato in concorso alla 5ª edizione del Festival di Cannes, valse a Piero Tellini il premio per la sceneggiatura e a Totò il Nastro d’argento. Inizialmente ebbe noie dalla censura, tuttavia fu particolarmente acclamato dalla critica dell’epoca che lo giudicò un classico dell’allora nascente filone della commedia all’italiana. (1)

Scena: INSEGUIMENTO DAVANTI ALLA STATUA CHE NON C’È ( Zona Flaminio 2 )

L’Inseguimento tra Ferdinando Esposito (Totò) e il brigadiere Bottoni (Aldo Fabrizi) è cominciato da poco. I due sono ancora sulle auto e, prima di scendere e proseguire a piedi, passeranno come si vede per Piazzale Manila; dove allora c’era il monumento equestre di Simon Bolivar, scolpito da Pietro Canonica e inaugurato nel 1934 da Mussolini, visibile sulla sinistra del fotogramma. Il monumento è oggi in piazzale Simon Bolivar, a Valle Giulia davanti alla British School a circa un chilometro da qui.  Piazzale Manila allora era un luogo tranquillo, ma la calma durò ben pochi anni perché nel 1960, in occasione dei Giochi Olimpici, fu costruito il viadotto di corso Francia che ha portato e porta tuttora una grossa mole di traffico da nord verso il centro e che ha reso quel piazzale un rumorosissimo crocevia. (2)

Scena: IN PRECIPITOSA FUGA DALLA GUARDIA ( Zona Trieste 5 )

Siamo in pieno inseguimento: Ferdinando Esposito (Totò) sta cercando di sfuggire a piedi alle grinfie del brigadiere Bottoni (Aldo Fabrizi), di un americano truffato con la famosa “patacca” e perfino di un tassista a cui non e’ stata pagata la corsa (Mario Castellani). Scesi dalle auto, i nostri protagonisti proseguono l’inseguimento verso la zona del quartiere Africano. Qui li vediamo scendere per quella che un tempo era via di Ponte Salario, un luogo oggi stravolto dalla realizzazione del grande cavalcavia tra via Salaria e la Tangenziale! L’unico edificio che puo’ confermare l’esattezza del luogo è quello che si vede sulla sinistra in viale Somalia, ma per il resto l’area è del tutto irriconoscibile, perché  lì all’epoca sorgeva una borgata spontanea fatta di baracche e case mal costruite. (2)

Scena: L’OSTERIA DELLA FUGA DALLA TOILETTE ( Zona Trieste 5 )

L’inseguimento si è concluso e il ladro (Totò) si è arreso alla guardia (Aldo Fabrizi). Dopo un ultimo esilarante scambio di battute i due si avviano su  Via di Ponte Salario verso un’osteria, dalla cui toilette Ferdinando Esposito (Totò) fuggirà abilmente. Ebbene, la casupola che si vede qui è uno dei pochissimi edifici presenti nella lunga scena dell’inseguimento a essere ancora intatto. Oggi è abitata. È vicino a Via Valentino Fioravanti, nell’area oggi chiamata  Prato della Signora, circondata dagli alberi e infossata in un punto difficilmente raggiungibile, in un piccolo lembo di terra chiuso tra la Tangenziale Est e la linea ferroviaria Roma- Firenze. La strada che i due percorrevano fin lì dal masso dove Totò s’era seduto dichiarandosi preso si riesce ancora in qualche modo a ritrovare, ma è completamente immersa nella vegetazione .

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