Mattatoio di piazza del Popolo

Dal 1824 al 1868, è realizzato un primo passo verso il controllo della mattazione nella città di Roma. 

Nel 1824, sotto il pontificato di Leone XII, si decreta la costruzione di un pubblico Mattatoio.  Il progetto è affidato all’architetto Giovanni Battista Martinetti, ispettore delle acque e strade, e membro del Consiglio d’Arte.  L’area individuata per il nuovo impianto è una zona a nord della città, a ridosso delle Mura Aureliane, confinante ad ovest con il Tevere, a sud e a est con fienili e altri edifici.  L’estensione totale dell’area è pari a 13.242 mq,  di cui 3.650 mq coperti da fabbricati.  Vista la sua posizione sin da allora fu chiamato Mattatoio di piazza del Popolo.

L’impianto del Mattatoio e del Mercato del bestiame era composto dagli uffici di verifica e controllo delle operazioni daziarie e da due macelli di cui uno nuovo e uno costruito adattando un vecchio fienile.  Altri locali erano adibiti a stalle per la sosta del bestiame domito.  Nel lato sud, verso il Tevere, viene previsto l’ingresso principale allo Stabilimento, con un piccolo ufficio di controllo sanitario.  Nell’area scoperta, a ridosso delle mura di cinta erano collocati i rimessini di sosta del bestiame indomito, realizzati con colonne e barriere di legname, mangiatoie e abbeveratoi in muratura.

Nel 1859 sono progettati i bagni calorici e nel 1860 i nuovi fronti d’ingresso alla città.

Con questo progetto l’amministrazione pontificia avvia un sensibile miglioramento e controllo delle condizioni igieniche di Roma, anche se permane il problema relativo alla macellazione dei suini, degli ovini e del bestiame bufalino che seguitava a essere ucciso e confezionato all’interno dei macelli privati.

Nel 1868, l’amministrazione comunale decide di trasferire nel pubblico Mattatoio tutte le lavorazioni delle carni destinate al mercato alimentare.  Gioacchino Ersoch è incaricato dalla Magistratura di studiare un progetto di ampliamento e sistemazione del Mattatoio, in cui si potessero collocare: il macello per il bestiame degli israeliti, il macello dei capretti; pelanda o macello dei suini; tripperia; stalle di sosta del bestiame domito e rimessini per l’indomito; distruzione delle carni infette;  locale dei bagni calorico-animali; aumento e regolare distribuzione dell’acqua. Ersoch descrive accuratamente le caratteristiche dei locali fornendo la superficie occupata, i materiali utilizzati tra cui il marmo per il rivestimento delle pareti, il legno per le coperture e le traverse, il ferro per le colonne. Ersoch prevede anche tutti gli accessori quali inferriate, banchi, uncinaie oltre ad indicare il complesso sistema degli scoli dell’acqua. Il progetto comprende inoltre l’ampliamento del Mercato con stalle e rimessini. Del 1869  sono le costruzioni dell’ampliamento che occupano anche l’area  della legnara pubblica sul Tevere.

La storia del Mattatoio di piazza del Popolo si chiude con l’apertura del nuovo Mattatoio a Testaccio.  Con il Piano Regolatore del 1873, elaborato da Alessandro Viviani, viene redatto un progetto di massima per la nuova sistemazione del Mattatoio e del Mercato, prevista tra il Monte Testaccio e le Mura Aureliane. Nel Piano Regolatore del 1883 sono indicati i principali requisiti relativi alla scelta della zona: vicinanza alla ferrovia Roma-Civitavecchia, al Porto di Ripa Grande e al Tevere. Tra il 1888 e il 1891 Gioacchino Ersoch, nominato direttore della Divisione III – Edilità e Architettura – del Comune di Roma, progetta e dirige la costruzione del nuovo Mattatoio di Testaccio, mentre il vecchio impianto realizzato a Piazza del Popolo viene dismesso e parte del materiale viene riutilizzato nel nuovo stabilimento.

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Campo Boario, Mattatoio e Mercato della carne

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