Il busto di padre Angelo Secchi è all’angolo meridionale del Pincio dove il viale del Belvedere arriva al muro di Villa Medici e si apre un piazzale con un’ampia vista sulla città. Dietro al monumento c’è il giardino della Casina Valadier.
Il busti di uomini illustri che ornano i viali del Pincio fanno ormai parte del paesaggio e raramente suscitano l’interesse dei passanti. Sembrano accorgersi della loro presenza solo i vandali, che non tralasciano, di tanto in tanto, di mutilarne o imbrattarne qualcuno. Ma quello dedicato ad Angelo Secchii però è diverso da tutti gli altri, sia per la sua posizione che per la strana fattura del basamento: l’astronomo infatti sembra guardare uno specifico punto di Roma e l’erma presenta una specie di scacchiera di tasselli marmorei e sotto è attraversata da un foro.
Il busto raffigura padre Angelo Secchi, un grande astronomo (Reggio Emilia 1818 – Roma 1878) ed è stato realizzato da Giuseppe Prinzi un anno dopo la sua morte.
Entrato nell’ordine dei Gesuiti, termina gli studi al Collegio Romano, del cui Osservatorio in seguito diventa direttore. Per il suo lavoro, padre Secchi aveva bisogno di conoscere con la massima precisione il meridiano dell’Osservatorio, cioè l’asse nord sud che gli consentisse di sapere con la massima precisione possibile quando fosse mezzogiorno.
Il sistema utilizzato dal religioso per controllare la stabilità dello strumento di misurazione era piuttosto semplice: la cosiddetta “mira” era costituita da una tavoletta con una scacchiera in bianco e nero affissa intorno al 1860 su un albero del Pincio visibile dall’Osservatorio e posto esattamente a nord dell’Osservatorio stesso.
Ogni giorno il Secchi, dal Collegio Romano – a circa mezzo chilometro in linea d’aria – si accertava che il cannocchiale dello strumento fosse puntato sulla scacchiera in modo da garantire che lo strumento stesso fosse orientato esattamente in direzione nord.
In seguito il gesuita riuscì a ottenere dalla Magistratura Romana Pontificia che l’albero fosse sostituito da un ben più solido pilastrino in marmo orientato esattamente secondo i punti cardinali. Sul lato sud fu collocata la scacchiera di Sacchi e praticato un foro c segna il percorso del meridiano che passa in quel punto. in modo che una lanterna appesa ai due ganci sul lato opposto del pilastrino potesse illuminarla, rendendola visibile anche di notte. Sulla colonna veniva posta un’armilla marmorea, come documenta la foto scattata a due zuavi pontifici.
Alla morte del Secchi, nel 1878, soprattutto per interessamento del ministro delle Finanze Quintino Sella, fu decisa la sostituzione dell’armilla con il busto dell’astronomo, come possiamo vedere ancora oggi, grazie a un recente restauro.
Fonte: da un articolo di Cinzia Dal Maso pubblicato su www.specchioromano.it
E il foro che perfora la stele cosa ci sta a fare? La risposta è semplice: è la rappresentazione fisica del meridiano che passa in questo punto.
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