Lungotevere Arnaldo da Brescia corre lungo il Tevere, tra lungotevere in Augusta e lungotevere delle Navi, da ponte Margherita (via Ferdinando di Savoia) a ponte Matteotti (via Domenico Alberto Azuni).
Questo lungotevere corre per alcune decine di metri nel rione Campo Marzio (Municipio I), da Ponte Margherita a via Luisa di Savoia, per poi proseguire nel Municipio II di cui segna il limite.
Il nome di Lungotevere Arnaldo da Brescia fu dato dalla stessa giunta anticlericale, al governo del Comune di Roma intorno al 1900, quella di via Cola di Rienzo e che erige il monumento a Giordano Bruno a Campo dei Fiori. Anche frate Arnaldo da Brescia nel 1155, infatti, non è un amico dei papi. Dopo aver guidato una rivolta che depose papa Eugenio III e proclamato la repubblica romana, finì, scomunicato sul rogo.
Per confermare il carattere di anticlericale di questa nuova arteria, su questo lungotevere fu realizzato il monumento, fuso in bronzo dallo scultore Ettore Ximenes nel 1907, ad Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio, patriota della Repubblica Romana. Nel 1959, per la costruzione dei sottopassi, il monumento fu spostato a lungotevere in Augusta a due passi dal vicolo di Campo Marzio dove il patriota era nato (il vicolo è oggi denominato via Angelo Brunetti). Nel 2011, il monumento è spostato al Gianicolo.
Qui, fuori le mura aureliane, sorgeva la Legnara di papa Pio VI Braschi e successivamente il vecchio macello.
A fine Ottocento questo fu l’ultimo lungotevere a non avere i Muraglioni del Tevere ed era qui che venivano i fiumaroli a fare il bagno, prendere la tintarella e andare in barca.
Qui è nato il circolo dei Canottieri Tevere, fondato da Guglielmo Grant che nel 1912 si fonde con il Circolo del Remo e prende il nome di Tevere Remo, oggi Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Dall’altra parte del fiume, nel 1990, nove romani guidati da Luigi Bigiarelli, un giovane bersagliere sopravvissuto alla spaventosa disfatta di Adua, fondano la Società Sportiva Lazio. Oggi la lapide è in piazza della Libertà sull’ultimo rudere della stazione della tramvia Roma – Civita Castellana, l’antesignana dell’attuale Ferrovia Roma Nord.
Molte delle strade che collegano questo lungotevere alla via Flaminia sono state tracciate sui vecchi viottoli di confine tra le varie vigne che si affacciavano sulla via e scendevano fino al fiume. La prima traversa a sinistra della via Flaminia, ormai cancellata dai palazzoni di piazzale Flaminio, che portava alla riva del Fiume, si chiamava vicolo dei Bagni. Poi c’era via Corsi (l’attuale via Cesare Beccaria) e via Fausta. (l’attuale via degli Scialoja), entrambi nomi dei proprietari o proprietarie dei terreni confinanti.
Una volta costruito il muraglione, i lotti edificabili in prima fila sul lungotevere sono acquistati da famiglie della nobiltà nera (Torlonia, Odescalchi, Salviati) che costruirono qui i loro nuovi palazzi. Ma il bellissimo viale alberato, proseguimento della passeggiata di Ripetta, dura solo qualche decennio. Questo tratto di lungotevere è oggi caratterizzato dai sottopassaggi, realizzati nel 1960 in occasione dei Giochi Olimpici del 1960. In quell’occasione, palazzi e villini prospicienti la strada hanno dovuto cedere una fascia di giardino di quattro o cinque metri.
Lato sinistro
- Ponte Regina Margherita, verso via Cola di Rienzo
- Sul fiume i barconi della società Rari Nantes e del Dopolavoro Ferroviario. Lungo la strada, nello spazio lasciato libero dal sottopasso, un cantiere aperto da anni per la costruzione di un parcheggio (che si è deciso di non fare).
- Prima del ponte dedicato a Pietro Nenni, sulla transenna del sottopassaggio, una croce di ferro battuto, ornata da grandi chiodi, ricorda il sacrificio di un alto ufficiale dei Carabinieri, assassinato in questo punto da terroristi durante i cosiddetti “anni di piombo” Targa in memoria di Antonio Varisco
- Ponte Nenni, attraversato dalla metropolitana che corre al centro delle due corsie stradali. Dall’altra parte del fiume, il villino del ex Credito artigiano “perforato” dalla metropolitana.
- qui terminano i Muraglioni del Tevere in travertino e si apre lo Scalo de Pinedo, un’elegante discesa agli argini del fiume realizzata per ricostruire idealmente il porto di Ripetta, completamente interrato pochi anni prima, proprio per la costruzione dei muraglioni.
- In corrispondenza dello Scalo de Pinedo, sul lungotevere, un monumento a Giacomo Matteotti, in bronzo dorato, e una stele in granito rosso, che i romani chiamano “il fiammifero” (Delitto Matteotti)
- Sul fiume il barcone di Mare Vivo (uno dei quali parzialmente affondato qualche anno fa) e del dopolavoro del Vigili del Fuoco.
- Ponte Matteotti, verso il Quartiere della Vittoria
Lato destro
- via Ferdinando di Savoia
- via Maria Cristina di Savoia
- al n. 4 il palazzo Corrodi
- via Luisa di Savoia, verso piazzale Flaminio
- al n. .. la splendida cancellata in ferro battuto di Villa Ravà,
- al n. 9 l’elegante palazzina Nebbiosi,
- al n. 13 il villino dell’Areo Club d’Italia
- via Cesare Beccaria, i nomi delle strade da queste parti sono tutte intestate ad italiani che hanno a che fare con la giurisprudenza e che hanno contribuito alla costruzione del diritto moderno.
- al n. .. Palazzo Salviati,
- al n. ..Palazzo Oderego Odescalchi, con ingresso in via degli Scialoja 32,
- via degli Scialoja. Su questo angolo fu rapito nel 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti che aveva denunciato i fini non democratici dei fascisti; caricato su una macchina fu poi trucidato e rinvenuto nei pressi della Cassia.
- al n. 12 il palazzo della Toro Assicurazioni, oggi sede italiana della società Suez ma fu costruito come sede della ….
- via Pasquale Stanislao Mancini, giurista napoletano e uomo politico italiano. In questa piccola via, sulla sinistra dietro il villino d’angolo, sorge un’elegante palazzina rosa, è Villa Helene, oggi Museo Andersen che fa parte della Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
- Al n. .. il Villino Torlonia
- al n. 15, è la sede romana della Temple University che occupa il piano terreno del Villino Caproni, con ingresso in via Azuni,
- via Domenico Alberto Azuni, il giurista sardo che dedicò la vita all’unificazione dei diversi codici marinari in uso in Italia e in Francia.
La strada in oggetto è considerata di “grande viabilità”, corrispondentemente la sua manutenzione è responsabilità di Roma Capitale.
Pagine al livello inferiore:
Targa Antonio Varisco
Palazzo della Toro Assicurazioni
Scalo De Pinedo
Palazzo Oderego Odescalchi
Palazzo Salviati
Villino Caproni
Villino Malaspina di Carbonara
Villino Torlonia
Monumento a Giacomo Matteotti
Palazzina Nebbiosi
Palazzo Corrodi
Pagina al livello superiore: NO
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Nei dintorni (per vedere i Punti di Interesse in zona clicca all'inizio della pagina su MAPPA):
- MAPPA della Zona Flaminio 1 (da Porta del Popolo a Belle Arti)
- Palazzo Marina
- Museo Andersen
- via Giuseppe Pisanelli
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