Il Giardino del Lago è uno dei giardini recintati di Villa Borghese, caratterizzato da un lago in cui si può andare in barca. Gli accessi al Giardino sono:
- su viale Pietro Canonica,
- in fondo a via Madama Letizia (l’Arco di Settimio Severo) e
- una scalinatella da largo Pablo Picasso.
L’area del giardino del Lago si chiamava “piano dei licini” e faceva parte del Barco, il terzo recinto di Villa Borghese. Al termine del Settecento, Marcantonio IV Borghese vuole realizzare un giardino alla moda. Assieme agli Asprucci come direttori dei lavori, si alternarono tra giardinieri e artisti, persone del calibro di Jacob More.
Elementi fondamentali del giardino sono il lago, in cui si specchia il Tempio di Esculapio e si possono vedere persici e carpe, e un ruscello, che scorrendo tra aiuole e vialetti porta al lago un rivolo d’acqua con grande gioia dei bambini.
L’altro edificio di stile classico del Giardino del Lago, l’Arco di Settimio Severo che collega il giardino con viale Madama Letizia, verso Valle Giulia, è opera di Luigi Canina. Dall’arco parte il viale dell’Aranciera, che attraversa il giardino nel senso della lunghezza e deve il suo nome a un edificio, attualmente sede del Museo Bilotti, alle cui spalle si trova un giardino pensile dove venivano coltivati gli agrumi. Di fronte troviamo la cosiddetta Casina del Lago, adibita a posto di ristoro.
Tra le sculture e reperti più o meno antichi che arredano il giardino ricordiamo un grande leone di marmo che stinge tra le zampe delle frecce, realizzato in onore di un giurista olandese Jan var der Capellen, le due colonne, sistemate all’ingresso che da viale Pietro Canonica immette nel viale del Lago, e il grande sarcofago di arte romana del III secolo destinato ad una coppia di sposi, che raffigura il mito di Fetonte ed è sormontato ancora dal coperchio originario con le immagini dei defunti. Queste sculture sono nel Giardino del Lago nel 1845 quando sono entrate in possesso della famiglia Borghese, e sono state sparpagliate qua e là destando non poco stupore di ospiti e visitatori. Il giardino è pieno di reperti.
Come tutte le ville romane anche qui l’elemento più importante è l’acqua e abbondano fontane, alcune rustiche altre più raffinate. Le figure che ornano le fontane sono speso il risultato di una serie complicata di passaggi: il recinto quadrilobato, entro il quale si innalza un pregevole vascone rettangolare, era con ogni probabilità la base della fontana di Narciso che si trovava dietro il casino della villa. I mascheroni che ornano la fontana, come pure i quattro tritoni sistemati nello spiazzo circostante, furono eseguiti per la fonte del Popolo, passarono poi alla fontana del Moro di piazza Navona e quindi nel 1874 furono collocati qui. Tra le fontane ricordiamo la Fonte Gaia una bella composizione sia per la maestria dell’esecuzione che per la forza della composizione.
Negli anni Trenta, nel Giardino del Lago, è avviata l’esperienza dei Giardini di Lettura. Si trattava della installazione dí chioschi con piccole biblioteche che consentivano al visitatore di prendere in prestito un libro, fino al tramonto, lasciando semplicemente un documento in deposito. Il chiosco in legno, con all’interno gli scaffali per i libri, fu realizzato dall’architetto Raffaele de Vico e andò distrutto durante il conflitto mondiale.
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Casina del Lago
Arco di Settimio Severo
Giardino del Lago. Itinerario naturalistico
Fauna del Giardino del Lago
Leone di Villa Borghese
Fonte Gaia
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