Il fosso di Sant’Agnese era un piccolo corso d’acqua che correva nella valletta tra via Nomentana e via Salaria in cui, in tempi moderni, sono stati realizzati corso Trieste, viale Eritrea e viale Libia. La marana, come a Roma si chiamavano i fiumiciattoli che percorrevano la campagna intorno alla mura, terminava nell’Aniene dove oggi sorge il Ponte delle Valli.
Il fosso è visibile nella cartografia di fine Ottocento e nel Piano Regolatore del 1909 e aveva inizio, approssimativamente dove ora è l’incrocio di corso Trieste con via Chiana. In quel punto infatti la valletta era stretta ai lati da due ripide pareti, oggi difficilmente immaginabili.
Oggi il fiumiciattolo è tratto trasformato nel grande collettore fognario che corre sotto queste strade.
Lungo il fosso, dove ora è piazza Annibaliano sotto il complesso di Sant’Agnese, c’è stato per decenni un villaggio di baracche spesso chiamato anch’esso Fosso o Vallecola di Sant’Agnese, dove negli anni successivi alla grande guerra, aveva trovato rifugio un gran numero di persone venute a Roma attratte dal lavoro ma che non si potevano permettere di comprarsi una casa di muratura..
Successivamente, dove il fosso terminava nell’Aniene e oggi inizia il Ponte delle Valli (nella fascia di territorio tra viale Etiopia e la linea ferroviaria, dove oggi corre la Tangenziale Est), nascerà un borghetto di baracche, chiamato il Canalone di Sant’Agnese.
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