Come molti sanno, nel parco romano di Villa Ada ci sono tre laghi: quello “grande” con la penisola dei pioppi bianchi vicino all’entrata in via di Ponte Salario, uno più piccolo dal quale sgorga il ruscello che scorre nella valle delle sughere e il terzo nella parte superiore, accanto al pratone molto frequentato a due passi dall’ingresso sulla via Salaria. Si tratta di laghi moderni (solo quello piccolo ricalca un vecchio bacino) realizzati intorno alla metà degli anni Settanta del Novecento. (in figura il grande lago moderno di Villa Ada) (ndr. cliccare sulle foto per una corretta visione) Continue reading
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“21 gennaio: festa di Sant’Agnese” di Maria Grazia Toniolo
RACCONTO DEL FLANEUR PUBBLICATO IL 4 APRILE 2021
Nel nostro Municipio tutti conoscono la basilica di Sant’Agnese e il mausoleo di Santa Costanza senza magari però aver approfondito la biografia dei personaggi che danno il nome alle due chiese. Perciò ho pensato di raccontare agli amici di AMUSE chi fu Agnese e perché il 21 di gennaio viene festeggiata solennemente nella sua chiesa (Covid permettendo, quest’anno infatti la funzione è stata un po’ in sordina ). (ndr. cliccare sulle foto per una corretta visione). Continue reading
Un bambino in toga di Domenico Augenti
Quando nel 1871, per motivi di viabilità, è stata demolita la Porta Salaria delle Mura Aureliane tra pietre e calcinacci della torre orientale venne fuori un bianco altare funebre, con la statua di un fanciullo in toga che tiene in mano un rotolo su cui è incisa una poesia. Era la Tomba di Sulpicio Massimo che oggi possiamo vedere dietro il grande cancello di via Piave 45, all’angolo con la via che prende il nome del giovane poeta, via Sulpicio Massimo. Continue reading
“La Natura nella educazione – La Scuola di Arte educatrice” di Giovanna Alatri
Maria Montessori nella prime edizioni del suo libro Il metodo della pedagogia scientifica applicata alla educazione nelle Case dei Bambini, tra i personaggi a cui inizialmente si era ispirata per proporre alcune attività dei piccoli alunni, figuravano l’inglese Lucia Latter per quanto riguarda “La natura nella educazione” e Francesco Randone per “I lavori manuali”, avendo l’autrice escluso sin dall’inizio come riferimento per il suo metodo quelle utilizzate dal pedagogista tedesco Froebel nei suoi Giardini d’infanzia, da poco affermatisi con successo anche in Italia, perché a suo avviso non consentivano al bambino la libertà di scelta. (1) Continue reading
“Quando a piazza Ungheria arrivarono i carri armati” di Corrado Iannucci
Il 10 giugno 1940, l’entrata in guerra trovò il quartiere intorno a piazza Ungheria già in parte costruito, con palazzi, palazzine e villini spesso firmati da architetti importanti. Tuttavia questa parte della città era ancora vista come un qualcosa non ancora del tutto integrata con il resto dell’abitato dentro le mura. Continue reading
Protetto: 4.5 Racconti da pubblicare
“La fontana dell’Acqua Acetosa” di Giovanna Alatri e Andrea Ventura
Il rapporto dei romani con i luoghi simbolo della campagna fuori le mura era continuo. Le famiglie che vivevano all’interno delle mura amavano le gite “fuori porta”: ai Castelli, alle Acque Albule presso Tivoli, o alla Fontana dell’Acqua Acetosa, situata tra la via Flaminia e la Salaria. Continue reading
“Breve storia di un grande amore (intellettuale)” di Carlo De Bac
C’è un’affascinante storia d’amore del primo novecento italiano, quasi sconosciuta, forse perché solo la protagonista femminile della coppia avrebbe col tempo acquisito una notorietà di poetessa e scrittrice che ancora dura e si rinnova. Giovanni Cena e Rita Faccio, dopo essersi conosciuti in Piemonte dove ambedue erano nati, si erano rincontrati a Roma per motivi di lavoro, lei ventisettenne, lui sei anni di più. Cena, redattore di una rivista di critica letteraria, La Nuova Antologia, le aveva offerto di collaborare e, in poco tempo, il rapporto si era trasformato in amore e nella convivenza in un appartamento in via Flaminia 43, in un edificio a pochi passi da piazza del Popolo ma che allora era l’ultimo prima della campagna. Continue reading
4.2 Presentazione dei Racconti del Flâneur Roma2pass
Nella prefazione al libro “Viale dei Parioli, passeggiata da piazza Ungheria all’Acqua Acetosa”, Giuseppe Imbesi rievoca la figura del “Flâneur”, cioè di quello sfaccendato artista vagabondo che Baudelaire ne “Le peintre de la vie moderne” descrive con queste parole: “Per il vero flâneur, osservatore appassionato, il piacere immenso sta nel soffermarsi nel dettaglio, nel vagheggiare, nel movimento lento, fugace e infinito. Egli è lontano da casa e si sente a casa ovunque; guarda il mondo, è al centro del mondo, ma rimane nascosto al mondo”. Continue reading