Il Bosco della Regina Elena, sul versante di Monte Antenne verso la piana dell’Acqua Acetosa, ci ricorda la nascita della festa degli alberi istituita in Italia nel 2013: La Repubblica Italiana riconosce il 21 novembre quale Giornata nazionale degli alberi al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto.
La Festa affonda però le sue radici nel lontano 1898 quando l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Guido Baccelli, emana una circolare “Passeggiata scolastica autunnale per celebrare la festa degli alberi”, per educare i ragazzi al rispetto per gli alberi e più ingenerale all’arte di coltivare la terra: è la prima azione di sensibilizzazione in Italia della popolazione verso il patrimonio forestale. La futura regina, Elena di Montenegro, da sempre amante della vita bucolica e della natura, appoggia l’iniziativa.
Tre anni dopo, nel 1902, nuovamente su stimolo dell’on. Baccelli (divenuto Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio) e in comune accordo col Ministro della Pubblica Istruzione, viene sottoposto a S.M. il Re Vittorio Emanuele III una proposta di istituzione della Festa degli alberi in tutti i comuni del Regno, in un giorno festivo di primavera o di autunno. Il re firma ed è la Regina che propone che la manifestazione inaugurale si svolga in questa area verde, di proprietà della Banca d’Italia ma che sta per diventare di nuovo Villa Savoia.
La prima edizione della Festa degli Alberi avviene qui davanti a sovrani, dignitari, ministri, onorevoli, ambasciatori, fanfare, ma anche un allegro gruppo di circa ottomila scolari. In quella occasione sono piantati centinaia di cedri dell’Himalaya e nasce il Bosco della Regina Elena.
Leggiamo un giornale che ne parlò il giorno dopo: “La cosiddetta Festa degli alberi ebbe luogo la mattina del 1 aprile nella pianura del forte Antenne presso l’Acquacetosa, coll’intervento di tutte le scuole governative e municipali, i ricreatorii, le associazioni ginnastiche e gli iscritti all’istruzione militare della Società del Tiro a Segno. A destra e a sinistra del palco reale erano disposte cinque speciali tribune, addobbate con fiori e rami verdi. Le due prime, collocate a destra, erano riservate al Corpo diplomatico, ai ministri, ai grandi dignitari dello Stato, ai membri del Parlamento e alle autorità comunali e provinciali. Le altre tre, collocate a sinistra, accoglievano i giornalisti e gl’invitati. Alle 9 e 30 il suono della marcia reale annunziava l’arrivo del Re Vittorio Emanuele a della Regina Elena, che furono salutati da un evviva. Appena presero posto nel palco reale, ad un cenno del Re Vittorio, fu scoperto il cippo marmoreo contenente la dedica del futuro bosco alla Regina Elena. Compiuta la cerimonia dello scoprimento, la Regina Elena, premendo un bottone elettrico, dette al forte il segnale per lo sparo del cannone. Difatti immediatamente le artiglierie cominciarono a tuonare. Nel frattempo dagli alunni e dalle alunne fu cantato l’inno del prof. Giuffré, musicato per la circostanza dal maestro Alessandro Vessella. Ebbe quindi principio il lavoro della piantagione degli alberelli, lavoro che durò poco, perché gli alberetti già erano stati tutti piantati. Così ebbe termine la festa.” (da La Civiltà cattolica – Volume 6;Volume 18 – Pagina 229).
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