Gingko biloba

Il gingko biloba è un grande albero di origini cinesi, antichissimo: le sue origini risalgono a 150 milioni di anni fa nel “cretaceo” e quindi esisteva già al tempo dei dinosauri.  Ha un portamento cadente e da metà novembre a metà dicembre le sue foglie diventano tutte gialle creando un vero spettacolo cromatico. 

Il gingko biloba è un albero estremamente longevo, in Giappone alcuni esemplari hanno duemila anni. E’ inoltre  molto resistente, basti pensare che a Hiroshima sei esemplari sono sopravvissuti alle radiazioni della bomba atomica caduta sulla città.

E’ un albero considerato estinto da millenni: fino agli inizi del Settecento, infatti, il ginko era noto solo per ritrovamenti fossili nelle rocce. Poi si è scoperto che alcuni esemplari erano presenti in tempi giapponesi dove da secoli i monaci avevano continuato a coltivarlo. In Italia è anche chiamata la pianta dei 40 denari, perché alla fine del Settecento l’orto botanico di Padova ne acquistò un primo esemplare per quella cifra.

Il gingko biloba era la pianta preferita da Goethe. La sua foglia è il simbolo della città di Tokyo.

Nel Municipio II, il ginko biloba è presente al Pincio (piantato ai primi del Novecento), a Villa Ada e a Villa Paganini. Dal 2018 un piccolo gingko ha trovato dimora anche a Villa Leopardi.

La Ginko è una pianta dioica cioè il fiore maschile e quello femminile stanno su individui diversi e abbiamo quindi esemplari maschio e esemplari femmina. Ma non abbiate timore, l’impollinazione di questi alberi può avvenire anche a 30/40 chilometri di distanza.

Fa parte delle gimnosperme, ovvero le piante a seme nudo, in cui il seme non sta all’interno di un frutto (cioè nell’ovario del fiore che poi diventa frutto) e quindi non è protetto dalla polpa, come avviene nelle angiosperme. In particolare i semi del ginko si sviluppano dai fiori degli esemplari femminili, sono a forma di ovuli, inseriti tra le squame di un cono o pigna, ricoperti da un rivestimento carnoso e velenoso e, quando sono maturi, emanano un odore nauseante.

 

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