o. INTRODUZIONE
Siamo a via Boncompagni, la via che separa il Rione Ludovisi, che si estende verso le Mura, dal Rione Sallustiano, sul lato opposto. Qui per due secoli, c’è stata la bellissima Villa Ludovisi, tanto decantata da poeti come Goethe, Gogol, Stendhal, D’Annunzio, tutti estasiati dalla sua bellezza e vastità.
La villa si estendeva dentro le Mura Aureliane, intorno alle attuali via Veneto e via Boncompagni e la vastità della villa si percepisce elencando i suoi confini: da Porta Pinciana, a Porta Salaria, dalle Mura Aureliane fino giù a via Sallustiana.
0.1 UNA VILLA INVISIBILE
Il mio intervento è dovuto al fatto che ci sembra fondamentale, nella visita al Museo davanti a noi, spendere due parole su come è nata e come si è sviluppata questa grande Villa della famiglia prima Ludovisi e poi Boncompagni-Ludovisi. Una descrizione che faremo qui, senza camminare, per un preciso motivo: una caratteristica di questa grande Villa è che oggi è praticamente invisibile! Invisibile l’enorme parco, ormai trasformato in uno o meglio due rioni di Roma (Ludovisi e Sallustiano). Invisibile la Casina dell’Aurora, circondata da alte mura che proteggono i suoi splenditi affreschi. Invisibile il Palazzo Grande Ludovisi, perduto due volte dai cittadini romani: prima inglobato nel grande Palazzo Margherita e oggi chiuso dalla guardi armata H24 dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America.
1. ARCO TEMPORALE
La villa nasce con l’acquisto della vecchia Vigna Del Nero, comprata tra il 1621 ed il 1625 da Ludovico Ludovisi, non a caso appena nominato cardinal-nepote, cioè gestore di tutti gli affari terreni dello Stato della Chiesa, dallo zio papa Gregorio XV.
La sua storia terminerà due secoli e mezzo dopo, nel 1886 quando è sindaco di Roma duca Leopoldo Torlonia, e i Boncompagni-Ludovisi firmano una convenzione con la Società Generale Immobiliare per la costruzione di via Veneto e dei palazzi che le gravitano intorno. La grande villa Ludovisi diventa così il “rione Ludovisi” e a nulla valgono le proteste dei giornali e le lettere inviate dagli intellettuali del tempo per evitare la completa cementificazione dello splendido giardino.
2. CASINO DELL’AURORA
La prima residenza della famiglia Ludovisi è il Casino dell’Aurora, oggi ancora esistente nell’isolato tra via di Porta Pinciana, via Lombardia, via Aurora e via Ludovisi, dietro l’Hotel Eden.
Questo casino, oggi all’interno di un giardino quadrangolare circondato dalla nuova edilizia “umbertina”, è quanto rimane oggi alla famiglia Ludovisi della loro immensa Villa. Il casino è su due piani e presenta un’interessante soluzione architettonica basata su una pianta a croce greca, con una grande sala al centro e quattro bracci. La villa termina in alto con due terrazze panoramiche e una torretta-belvedere.
2.1 OPERE NEL CASINO
All’esterno, la villa non presenta grandi particolarità decorative, ma al suo interno era raccolta una grande collezione di quadri, oggi in parte dispersi, e splendide opere pittoriche murali che sono ancora lì, ma sono visibili con grande difficoltà.
Sulla volta del salone centrale si può ammirare il Carro dell’Aurora, il grande dipinto della villa, commissionato dal cardinal Del Monte prima dell’acquisto della proprietà da parte del Ludovisi e dipinto nel 1621 dal Guercino, con l’aiuto, per le architetture illusionistiche, di Agostino Tassi, maestro di Artemisia Gentileschi e successivamente noto per essere stato il suo stupratore. Nella sala successiva si trovano altri dipinti di diversi autori, tre cui il Domenichino e lo stesso Guercino.
Al piano nobile, sulla volta di una piccola sala, chiamata il “Camerino di Giove Nettuno e Plutone” o “Gabinetto alchemico”, si trova l’unico affresco esistente al mondo del Caravaggio, un dipinto murale a olio intitolato “Elementi e l’Universo” con dei della mitologia classica e segni zodiacali. Una esecuzione singolare tra le opere di Caravaggio, con un audace uso della prospettiva.
Oltre ai dipinti, il casino contiene decine di sculture, stucchi, fregi realizzati a partire dalla fine del Cinquecento. Un patrimonio tale da rendere di fatto l’abitazione un “polo museale” purtroppo stra-chiuso e visitabile solo su autorizzazione rilasciata ad personam dai Ludovisi.
2.3 SITUAZIONE ATTUALE DEL CASINO
Nel 2023, alla morte di Nicolò Boncompagni Ludovisi, a causa di una disputa tra eredi, la Casina è finita all’asta. Per dirimere il contenzioso, il Tribunale di Roma ne ha disposto la vendita a una valutazione stratosferica di 471 milioni di euro (anche se il tribunale è obbligato ad accettare un’offerta minima di «soli» 353 milioni). In più, la soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, ha richiesto che l’acquirente si faccia carico del restauro dei beni architettonici ed artistici presenti nella Casina: quindi, per l’eventuale aggiudicatario, una spesa aggiuntiva di circa 11 milioni di euro.
A contendersi il Casino dovrebbero essere alcuni tra i miliardari più celebri nel mondo, come Bill Gates e il sultano del Brunei che in passato avevano già tentato di acquistare la proprietà, ma la prima asta è andata deserta.
Nei mesi scorsi, una petizione ha raccolto 30mila firme per chiedere che il Casino passi nelle mani pubbliche (anche se questa villa è sempre stata ad uso privato) e per legge, trattandosi di un bene tutelato visto il valore monumentale, il Mibact avrà 60 giorni di prelazione dopo la presentazione di un’offerta d’acquisto da parte di un privato.
3. PALAZZO GRANDE
Il Palazzo Grande era una delle due costruzioni di Villa Ludovisi in cui risiedeva la famiglia Ludovisi. Costruito nel 1622 dal cardinale Ludovico Ludovisi su un grande terreno acquistato dagli Orsini per ampliare la propria tenuta
Un secolo dopo la residenza è ristrutturata e ampliata ma nel il 1890 su progetto di Gaetano Koch è realizzato il nuovo Palazzo Piombino e Palazzo Grande è praticamente inglobato nel nuovo edificio. Il nuovo edificio prende il nome del grande palazzo che i Ludovisi avevano in via del Corso (dove oggi è la Galleria Alberto Sordi, già nota come Galleria Colonna) che lo Stato Italiano requisisce al principe Ludovisi. Le malelingue di allora dissero che la requisizione ci fu per l’enorme lavoro che i Ludovisi stavano dando all’Amministrazione della Capitale per la vendita e costruzione dei lotti di terreno della loro grande Villa.
3.1 PALAZZO MARGHERITA
Nel 19oo, quando i Ludovisi vendono la grande villa allo stato italiano, Palazzo Piombino diventa Palazzo Margherita, residenza ufficiale della Regina Madre dopo l’assassinio di Umberto I di Savoia.
Nel 1946, l’Ambasciata statunitense in Italia si trasferisce a Palazzo Margherita e dopo la guerra il palazzo è acquistato dal governo degli Stati Uniti. Oggi Palazzo Grande Ludovisi è ancora lì, invisibile a tutti, dentro il perimetro dell’Ambasciata Americana.
4. RITROVAMENTI NEL PARCO
Il parco di Villa Ludovisi si estendeva dove al tempo di Roma Imperiale sorgevano gli Horti Sallustiani, nei pressi dei resti del tempio di Venere Ericina, approssimativamente all’incrocio tra le moderne via Sicilia e via Lucania. Questa posizione permise ai Ludovisi di trovare un grande numero di statue con cui abbellire, dei due secoli di vita della villa, i viali e i piazzali del grande parco.
Con la lottizzazione di Villa Ludovisi, centinaia di statue della Collezione Ludovisi posizionate lungo i viali del grande parco andarono disperse, portate via dai nuovi proprietari dei terreni e dalle maestranze che ci lavoravano.
4.1 TRONO LUDOVISI
In compenso, nell’ambito dei successivi scavi, resi necessari dalla costruzione dei nuovi edifici dei rioni Ludovisi e Sallustiano, importanti ritrovamenti emersero dalla terra sottostante.
Il ritrovamento più importante è stato quello di un trittico marmoreo databile al 460-450 a.C. con una misteriosa simbologia: un’opera, priva di riferimenti simili, con una forma inconsueta che non permette di stabilire con certezza la forma originaria della scultura e dunque la sua funzione. Alcuni studiosi pensarono facesse parte del trono di una statua colossale, forse proprio della Venere Ericina, e per questo lo splendido manufatto fu chiamato “Trono Ludovisi”. I bassorilievi che lo adornano raffigurano una giovane che viene immersa o forse sollevata da un bagno lustrale, potrebbe essere anche Afrodite che sorge dal mare mentre sui fianchi del trono, si ammirano una giovane donna ammantata e un’etera nuda che suona un flauto. Un’etera è tipico elemento del costume greco classico: una donna di liberi costumi, spesso ragguardevole per cultura ed eleganza.
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