Era l’anno 1845 quando, sulla via di Ripetta, dal lato verso l’antico porto omonimo, era inaugurata l’Accademia di Belle Arti.
L’architetto Pietro Camporese il Giovane (Roma, 1792-1873), che l’aveva ideata, aveva realizzato due nuclei collegati tra loro da un corpo attraversato da una ampia volta a botte arricchita, nel prospetto principale su piazza Ferro di Cavallo (lungo via Ripetta), da una struttura classicheggiante con colonnato ionico.
L’andamento dell’intera struttura assumeva, in pianta, uno sviluppo vagamente a ferro di cavallo, un’indicazione che da allora diventerà sinonimo dell’edificio fino ad offrire il nome alla piazza. Attorno all’area destinata alla costruzione vi erano delle preesistenze molto significative: l’asse viario di via Ripetta era pienamente impostato e, nei pressi, importanti presenze architettoniche erano costituite dalla chiesa di S. Rocco, pochi anni prima terminata dall’architetto Valadier in stile sicuramente neoclassico. La zona era poi caratterizzata dalla facciata di Santa Maria in Portae Paradisi, di pertinenza dell’Ospedale di San Giacomo in Augusta, detto degli Incurabili, nonché dell’Anfiteatro Corea, come allora era chiamata la struttura per gli spettacoli realizzata sopra i ruderi del Mausoleo di Augusto.
La zona stava già assumendo uno specifico ruolo artistico in quanto vi sorgeva, nei pressi, lo studio di Antonio Canova e, sulla non lontana via Margutta, cominciavano ad aprirsi i primi studi d’artista.
Papa Gregorio XVI, che aveva decretato la costruzione dell’edificio, fu all’epoca da alcuni criticato perché si erano spesi troppo soldi, specie in riferimento ad un periodo piuttosto critico per le finanze e per la storia dello Stato della Chiesa. L’edificio, infatti, aveva richiesto un cospicuo investimento non solo per la parte specificatamente architettonica ma anche per la dotazione di numerosissimi calchi in gesso che erano considerati fondamentali per la formazione dei giovani artisti.
La grande aula per le riunioni era stata arricchita, già in fase di costruzione, da due gigantesche statue dei Dioscuri, copia di quelli marmorei da originali di Fidia che ornavano, assegnandole addirittura il nome, la piazza di Monte Cavallo (com’era chiamata all’epoca piazza del Quirinale). Papa Gregorio XVI aveva deciso di far costruire uno stabile appositamente come scuola per gli artisti poiché questi, da anni, o meglio da secoli, erano andati migrando da un edificio all’altro di Roma, sempre utilizzando strutture precedentemente adibite ad altro scopo.
L’istituzione artistica romana era antichissima, risalendo alla medievale Università dei Pittori, Miniatori e Ricamatori. Sisto IV, nel 1478, rinnovando gli statuti dell’antica Università, aveva concesso un piccolo oratorio che fu dedicato a San Luca, protettore degli artisti. Gli scultori erano a quel tempo ancora legati all’Università degli Scalpellini dalla quale si scissero nel 1539, all’epoca di papa Paolo III per interessamento di Michelangelo.
Nella seconda metà del 1500 il pittore Girolamo Muziano si fece promotore di una vera e propria scuola per insegnare le arti ai giovani, così Gregorio XIII, accogliendone le richieste, autorizzava, nel 1577, l’istituzione di un’Accademia Romana di Belle Arti con annessa Congregazione, sotto la protezione di San Luca, con sede all’Esquilino (allo stesso Papa si deve l’istituzione della Congregazione di Santa Cecilia per i musicisti). Pochi anni dopo, Sisto V, tolta la sede sull’Esquilino, assegnava all’Accademia la Chiesetta di Santa Martina presso il Foro Romano (che in seguito fu rinnovata da Pietro da Cortona e prese il nome dei Santi Luca e Martina) con annessa Accademia di San Luca di cui fu primo principe Federico Zuccai. Nel 1754 Benedetto XIV istituì l’Accademia del Nudo che fu diretta da quella di San Luca, con locali sul Campidoglio.
Dal 1804 gli studenti furono ospitati in varie altre sedi fino alla costruzione dell’edificio del Camporese. Con l’avvento di Roma Capitale l’istituzione scolastica passò allo Stato e così anche l’istituzione artistica mentre l’Accademia di San Luca, trasferita la sua sede in Palazzo Carpegna, continuò ad assolvere funzioni in favore delle Arti.
Il Regio Istituto di Belle Arti, fondato alla fine del 1873 dal Ministero, cominciò a funzionare nel 1874. Il programma di studio fu ripartito in un corso preparatorio della durata di un anno, un corso comune con tre anni d’insegnamento e un corso speciale di altri tre anni. Il corso speciale era diviso in quatto indirizzi: Figura disegnata, Ornato e decorazione, Modellato e Architettura. Con l’avvento del fascismo, il neoministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile attuò una profonda riforma della scuola e, con Regio Decreto del 1923, si istituirono i Regi Licei Artistici e le Accademie di Belle Arti. Nel 1962 furono aggiornati i programmi di studio del Liceo e, nel 1974, in attuazione dei Decreti Delegati, il Liceo ricevette una sua autonomia, separandosi amministrativamente dall’Accademia di Belle Arti. Personalità significative hanno insegnato nell’istituto, quali Afro, Carrino, Cordio, Consagra, Guelfo, Guccione, Maccari, Mafai, Monachesi, Novelli, Nunzio, Purificato, Sanfilippo, Tacchi, Turcato. Altri artisti e architetti insigni ne sono stati allievi, come Ceccobelli, Dessì, Levini, Bordini, De Renzi, Lai, Lombardi, Mainardi, Miarelli, Pellegrin, Ridolfi, Sacripanti.
Nel 2001, in attuazione del piano del dimensionamento del comparto scuola, il Primo Liceo Artistico venne fuso con il Sesto Liceo Artistico, prendendo la denominazione di Liceo Artistico Statale “Via di Ripetta”.
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