Villa Blanc in via Nomentana, 216 ed è un gioiello dell’eclettismo di fine Ottocento e si compone del Casino Nobile, del grande parco circostante, di sei edifici minori e delle serre. Oggi è sede della LUISS Business School.
La villa presenta una struttura più o meno cruciforme, ma irregolare, con volumetria irregolare complessa, sormontata da un campanile di impronta romanica con una ringhiera di ferro battuto ricca di dettagli.
Il loggiato, con le cariatidi che richiamano l’Eretteo, decorato con metope di ceramica policroma con elementi di carattere naturalistico, è considerato da Paolo Portoghesi uno dei capolavori creativi del Boni che caratterizzano la villa. La sala da ballo è retta lateralmente da una serie di colonne in ghisa che racchiudono delle vetrate ed ha una volta a cupolette ottagonali dipinte e decorate.
All’interno del loggiato vi è la scala con la balaustra, formata da 41 colonnine lisce e tortili alternate, simbolo dell’armonia nella diversità. Riconoscibile dalle vecchie fotografie che ritraevano l’ambiente, negli anni di abbandono della villa tutte le colonnine originali sono state trafugate. La sala da pranzo ha il soffitto a cassettone, le pareti percorse da un rameggio di stucchi ed è ornata da un camino in marmo tardo quattrocentesco, proveniente dal mercato antiquario. Il giardino d’inverno, con voltine metalliche, viene considerato il più grande d’Europa e per il suo allestimento vengono fatti giungere dalla città olandese di Haarlem 10.000 bulbi di tulipano, oltre a lillà e rose-azalee. La villa ha al suo interno una scala a chiocciola in ghisa, rivestita in legno, che collega i suoi diversi piani. Una caldaia a vapore fabbricata a Torino nel 1898 rappresentava il sistema di propulsione dell’ascensore-montacarichi della villa.
Villa Blanc è il risultato di una ristrutturazione del 1896 di un preesistente edificio che sorgeva sulla vigna acquistata nel 1848 dal marchese Lorenzo Lezzani, costruttore di strade per lo Stato Pontificio, che fa edificare su quel terreno un “casino per delizie” di 10 vani poi ampliato dal fratello Massimiliano. La ristrutturazione del 1896 rende Villa Blanc l’edificio di pregio artistico e architettonico che oggi vediamo.
Il progetto architettonico della radicale trasformazione è dell’architetto Giacomo Boni mentre gli aspetti strutturali sono curati dell’ingegnere piemontese Francesco Mora. Nella realizzazione del progetto, Giacomo Boni sperimenta tecniche nuove di lavorazione dei materiali tradizionali quali il ferro, la ghisa, il legno, la ceramica, il marmo ed il granito, il cuoio. Per curare gli aspetti decorativi Giacomo Boni chiama Alessandro Morani, che fa un uso innovativo di materiali e tecniche tradizionali quali il vetro colorato, la ceramica e il mosaico, assistito dal pittore e decoratore Adolfo De Carolis che realizza, presso le fabbriche toscane Ginori, le terrecotte invetriate con motivi floreali. Alle decorazioni si sono applicati anche i pittori Giuseppe Cellini, e Guido Calori.
Tra il 1924 e il 1928 sono realizzate le altre costruzioni presenti nel parco di Villa Blanc, quali la casa del custode, la capanna ad uso svizzero e le serre, unitamente alla risistemazione del parco.
La ristrutturazione si conclude nel 1897 realizzando l’attuale villino di circa 2.700 m². Non vi sono evidenze dell’intervento di Boni sul disegno e sulla realizzazione del parco che viene arricchito di numerose varietà vegetali.
L’intera proprietà è poi venduta per 75.000 lire nel 1893 al barone Alberto Blanc, senatore del Regno d’Italia, dal 1893 al 1896 ministro degli esteri di due governi Crispi.
Alla morte del barone Blanc, nel 1904, la proprietà della villa e del parco passano prima alla moglie Natalia Terry Blanc e poi, nel 1927, ai quattro figli Gian Alberto, famoso antropologo, Margherita, Mario e Giulio. Nel 1922 l’immobile diventa oggetto del “vincolo di importante interesse artistico” posto dall’allora competente Ministero della pubblica istruzione.
Nel 1950 la villa e il parco circostante vengono acquistati al prezzo di 180 milioni di lire dalla Società Generale Immobiliare che nel 1954 ottiene la rimozione del vincolo posto nel 1922, ma mantiene il vincolo paesaggistico apposto nel 1953 che preserva tutte le alberature del parco.
maestro Piero De Laurentis
Negli anni sessanta il parco di 47.000 m² si riduce di circa un terzo, giungendo alla sua attuale superficie di 39.000 m², poiché sulla sua estremità est fino a Via Rodolfo Lanciani – che per un tratto sorge sull’estremità dell’originario parco – vengono costruiti gli edifici scolastici della Scuola media statale Aurelio Saffi (oggi “Istituto comprensivo statale Giovanni Winckelmann” che ospita la Scuola media statale Rodolfo Lanciani e la Scuola elementare statale “Brasile”), una centrale di zona di Telecom Italia, piazza Giovanni Winckelmann e gli edifici circostanti, fino a Largo Rodolfo Lanciani.
Nel Piano Regolatore del 1965 la Villa è destinata a “parco privato vincolato” che esclude nuove costruzioni.
La Generale Immobiliare (che nel 1968 viene acquisita da Michele Sindona), nel 1972 vende per 15,5 milioni di marchi tedeschi la villa e il parco all’ambasciata della Repubblica Federale Tedesca con la condizione risolutiva della previa rimozione dei vincoli urbanistici. Nel 1974 il Comune di Roma aggiunge un vincolo di destinazione a “zona di verde pubblico” e la vendita all’ambasciata tramonta. Nel 1976 il Ministero della Pubblica Istruzione appone il vincolo della Legge 1089 del 1939 che tutela tutti gli edifici costruiti da almeno 50 anni. La Generale Immobiliare, proprietaria dell’immobile, fallisce nel 1987 e la gestione del patrimonio passa in mano al commissario liquidatore.
Nel 1992 la gestione liquidatoria stipula un contratto di vendita del parco con la villa, per 23 miliardi di lire alla società Lases ed il Ministero per i Beni Culturali decide di esercitare il diritto di prelazione al fine di collocarvi il Circolo ufficiali della Difesa, fino ad allora ospitato in Palazzo Barberini, ma la vendita per 28 miliardi di lire viene bloccata da un procedimento giudiziario. Un’accusa di peculato coinvolge il ministro dei beni culturali Alberto Ronchey e il suo direttore generale Francesco Sisinni che viene arrestato. Sia Ronchey che Sisinni sono poi scagionati.
Nel 1997 l’Università LUISS acquista per 6,3 miliardi di lire, in un’asta pubblica, la villa ed il parco circostante, ed il Ministero dei Beni Culturali, con il ministro Veltroni, non esercita il diritto di prelazione e, nel 2001, il commissario straordinario del Comune di Roma Enzo Mosino approva il passaggio di destinazione d’uso dell’Area da “Verde pubblico” a “Insediamenti universitari”.
Non appena acquistata la villa dalla LUISS, nel 1997 la Soprintendenza per i beni archeologici, architettonici e culturali impone alla LUISS di realizzare diverse opere per proteggere la villa dalle intemperie e salvaguardarla temporaneamente in attesa degli interventi di restauro e risanamento definitivi, e opere di bonifica del parco. L’intervento di ristrutturazione della LUISS, progettato e diretto dall’architetto Massimo Picciotto, avviene su uno stabile e su un parco abbandonati e degradati da quasi cento anni, dopo furti, crolli, atti di vandalismo e la sua trasformazione in rifugio per vagabondi.
Il Piano Regolatore generale del 2003 (approvato definitivamente nel 2008) conferma la destinazione dell’area a “verde pubblico e servizi pubblici locali”. Tra il Comune di Roma e la LUISS è firmato un protocollo che prevede che la Villa sarà a disposizione del pubblico nei giorni e negli orari in cui non si terranno i corsi di formazione (circa cento giorni all’anno e alcune ore del pomeriggio ). Inoltre si attribuisce esclusivamente al pubblico l’area adiacente a piazza winckelmann a beneficio principalmente dei bambini che frequentano le scuole che si aprono sulla piazza.
La LUISS avvia nel 2011 la ristrutturazione della villa e del parco, svolgendo lavori per un valore di 25 milioni di euro che durano fino al 2016. Secondo le prescrizioni delle Soprintendenze sono recuperati gli spazi, le forme e le decorazioni interne ed esterne della villa. Gli interventi di recupero e restauro hanno riguardato anche la scala con le cariatidi e la balaustra con le 41 colonnine lisce e tortili alternate, simbolo dell’armonia nella diversità, che erano state trafugate durante gli anni di abbandono della villa.
A gennaio 2017 iniziano a Villa Blanc le attività didattiche della LUISS Business School.
Davanti all’ingresso del parco di Villa Blanc sulla via Nomentana è presente un reperto archeologico: il cosiddetto mausoleo di Villa Blanc
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