Il Giardino dei Melangoli è il primo dei Giardini Segreti di Villa Borghese, adiacente a via Pinciana e al Casino degli Uffizi.
- MAPPA della Zona Pinciano 2 (Villa Borghese e Pincio)
Nel Giardino dei Melangoli si alternavano agrumi, aranci amari (i melangoli, così venivano chiamati a Roma le piante di arancio amaro che danno il nome al primo Giardino Segreto), piante aromatiche e fiori. I melangoli, in particolare, venivano considerati alla stregua di opere d’arte e trattati come tali. Posti in grandi vasi di terracotta svettavano dall’alto di colonne e piedistalli su un giardino dove l’assenzio e le piante aromatiche come il rosmarino e la lavanda, la nicotiana – considerata all’epoca una vera rarità – era raccolta nei vialetti delimitati perlopiù da mirto taretino.
Erano «22 le diverse piante di vari frutti» e «diverse piante di melangoli, portogalli e melangoli forti n. 24» e altri 44 agrumi in vaso.
Il giardino dei Melangoli è chiuso dalla parte di via Pinciana da una parete artistica, demolita e ricostruita nel 1931 durante i lavori di ampliamento della via. La struttura architettonica della parete è scandita da elementi in travertino come il cornicione modanato sulla cui sommità poggia il drago Borghese e le due nicchie laterali decorate da mascheroni. Nella specchiatura centrale superiore, in marmo grigio venato è raffigurata la testa di un leone, ai cui lati sono posti i due riquadri in bassorilievo rappresentanti i profili di un uomo barbuto e di un uomo imberbe, probabile rappresentazione del Giano Bifronte, figura mitologica posta un tempo all’ ingresso delle ville come buon auspicio. Dalle foto di archivio nel riquadro sottostante è rilevabile la testa di un leoncino, ora perduta. Lungo la parete inferiore sono posti quattro riquadri con bassorilievi in stucco raffiguranti due puttini che reggono una ghirlanda di fiori e, nella parte centrale, un frammento di marmo bianco con ghirlande floreali e bucrani.
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