La vigna Calzamiglia è una proprietà sulla via Salaria acquistata dal Principe Pallavicini quando vuole realizzare la sua villa nella seconda metà del Settecento. La Casina Pallavicini, oggi Villa Maria, è realizzata ristrutturando e ampliando il casino nobile di vigna Calzamiglia.
- MAPPA della Zona Parioli 2 (Villa Ada e Monte Antenne)
Sulla via Salaria intorno al 1750, tra vigna Saliceti e vigna Capocaccia, c’è la proprietà dell’avvocato Domenico Calzamiglia con un casino nobile “a due piani con una decorosa scala scoperta a due branchi e contiene una sala nei mezzo e due sale per ciascun lato della sala, due delle quali più piccole delle altre”. E’ l’attuale Casina Pallavicini.
Tra le proprietà Calzamiglia c’è anche “il casino in facciata alla strada”, da identificarsi nel Casina del Guardiano ancora oggi esistente sella destra del cancello principale della villa sulla via Salaria.
La proprietà inoltre includeva nel suo perimetro la cappella del Divino Amore sulla via Salaria, “una limonaia per il ricovero di vasi di agrumi e un ingresso monumentale con pilastri adorni di stucchi, di spalliere di agrumi addossate alla limonaia, di spalliere di bosso“. Probabilmente è questo cancello che in età Savoia è stato trasformato nell’attuale Ingresso monumentale.
Ormai definita nei documenti Villa Calzamiglia, viene acquistata da Marino Torlonia nel 1783 ma due anni dopo, alla sua morte, il figlio Giovanni la vende al principe Luigi Pallavicini.
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