“Il Civico Giusto” è un progetto che nasce dall’idea di diffondere la conoscenza delle azioni gratuite, generose e rischiose che diedero protezione tanti perseguitati, ebrei, ricercati politici e persone invise al regime nazifascista. Allora infatti, ci sono stati uomini e donne che non si sono voltati dall’altra parte, anzi, li hanno nascosti nelle loro case, nei luoghi di lavoro, ovunque potessero trovare rifugio sicuro, sottraendoli così a un destino di carcere, confino e morte e mettendo a repentaglio, per questo, la propria vita.
Di queste coraggiose persone spesso non c’è ricordo ufficiale, ma rimane la loro memoria nei racconti familiari, nelle testimonianze di coloro che furono salvati. La maggior parte di esse, infatti, dopo la fine della guerra e il ritorno alla quotidianità, ha tenuto per sé gli avvenimenti, ritenendoli comportamenti “normali” in una situazione eccezionale, azioni di cui non valeva quasi la pena parlare.
Il Civico Giusto ha l’ambizione di far rivivere, nei quartieri e nelle case in cui abitarono, la memoria di questi benefattori, affinché i loro esempi possano maturare nelle coscienze delle nuove generazioni e spandere nuovi semi di solidarietà, inclusione e fratellanza. Lo strumento di tale ambizioso obiettivo è quello di “segnare e riconoscere” in maniera tangibile ogni edificio che, grazie al coraggio dei suoi abitanti, diventò sicuro rifugio di chi veniva braccato dai nazifascisti.
Un progetto dal respiro europeo che, attraverso la ricerca e la raccolta delle testimonianze, ha l’ambizione di proporsi a tutto il continente per testimoniare che, anche nei periodi più bui della storia, si è potuto (e perciò si potrà) mantenere accesa la fiaccola dell’umanità.
Il simbolo del progetto è il carrubo, un albero che ricorda molti di loro nei Giardini dei Giusti di tutto il mondo – e primo fra tutti quello Yad Vashem a Gerusalemme – luoghi di laica sacralità dove vengono piantati alberi sempreverdi a loro dedicati; una scelta non casuale visto che questo albero impiega 70 anni a produrre i suoi frutti, ed è un simbolo di fecondità e solidarietà. In particolare, è un’opera, frutto dell’arte e della manualità dello scultore e cesellatore Dante Mortet, che rappresenta un albero di carrubo compreso nel perimetro stilizzato di una casa che viene data in omaggio a quanti accolsero nella propria abitazione i fuggiaschi per continuare a raccontare la propria storia di solidarietà alle generazioni che verranno. Il QR code, posizionato in un angolo, consente di risalire in tempo reale dal “segno” alla storia, dall’immagine simbolo alle persone che rappresenta e celebra.
La prima città in cui il progetto è partito è stata Roma, città duramente colpita dalla ferocia del nazifascismo che toccò il suo culmine nel rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre 1943.
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